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I sondaggi sotterrano Obama

Dopo il NY Times la conferma del Washington Post: il 50% degli americani è contro il presidente. Il crollo smentisce i dati sul lavoro

Andrea Tempestini
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Anche il New York Times ieri, dopo il Washington Post ieri l'altro, ha dato a Obama un dispiacere in prima pagina. Ma i numeri sono numeri, e il tifo liberal delle due celebrate testate Usa non può negarli. Anche perché si tratta di sondaggi condotti dai due giornali, rispettivamente con ABC tv e CBS tv. Per il giornale della capitale, da inizio febbraio a inizio marzo, Obama è passato dall'avere un giudizio positivo del 50% e negativo del 46% all'opposto esatto: il 50% è contro e il 46% a favore. La conferma è arrivata 24 ore dopo dal quotidiano di Manhattan, secondo il quale il 50% di favorevoli tra l'8 e il 13 febbraio si è ristretto al 41% attuale, una riduzione di 9 punti in un solo mese. E la scomposizione del campione ci dice che le sole due categorie che hanno incrementato la percentuale di favorevoli al presidente sono quelle di chi ha un reddito tra 75mila e 100mila dollari (da 45% a 47%) e di chi ha sopra 100mila dollari (da 45% a 46%). Per il resto, c'è stato un crollo che smentisce l'ottimismo espresso di recente dai fans nazionali e internazionali di Barack in seguito a qualche dato migliorativo sulla situazione del lavoro. Evidentemente, come notammo in un Diario precedente, le cifre diffuse dal ministero del lavoro raccontano una “verità statistica” che non è il vero vissuto delle famiglie americane. L'8,3% di disoccupati in febbraio, per esempio, sarebbe il 10,8% se si considerasse come forza lavoro la stessa che c'era quando Obama è entrato alla Casa Bianca, che era pari al 65,7% della popolazione. Oggi il dato corrispondente è calato al 63,9%, perché l'1,8% degli americani hanno rinunciato a cercare un lavoro sfiduciati dalla situazione di mercato, e quindi non contano per le rilevazioni ministeriali. Ma, poiché esistono in carne ed ossa, esprimono il disappunto nei sondaggi. Così, chi guadagna meno di 30 mila dollari è passato dal 55% pro Obama al 43% (12 punti in meno), chi è tra i 30mila e i 50mila è sceso ancora più precipitosamente dal 50% al 34% (-16 punti) e chi è tra i 50mila e i 75mila è calato dal 45% al 39% (- 6 punti). Ai poverissimi e ai meno abbienti insomma non bastano le tirate di Obama contro i ricchi che pagano poche tasse, vorrebbero un presidente che promuove crescita e lavoro e fa diventare benestanti anche loro. Altra “sorpresa”, ma solo per chi si beve la retorica della Casa Bianca e dei suoi megafoni, viene dalle donne. Per il 53% erano con Obama, ed ora sono precipitate al 41%, un calo di 12 punti che è il triplo di quello degli uomini, scesi anche loro al 41% ma dal 45% dov'erano. Insomma, tutta la grancassa sulla strategia di Obama per conquistare le donne, sostenendo che i repubblicani negano il diritto ad avere i contraccettivi pagati dai vescovi, e questo sarebbe un attacco al diritto femminile sul proprio corpo, si è dimostrata una patacca. Prima di pensare alla libertà sessuale contro gli oscurantisti e i clericali, anche le donne, come gli uomini, hanno il problema ben più pressante del posto di lavoro, e di come tirar su la famiglia. Altri due crucci per Obama emersi dal sondaggio sono i cali in due classi di grande importanza. Gli Indipendenti lo hanno punito con 8 punti in meno, dal 47% al 39%, e la fascia più attiva delle popolazione, quella dai 30 ai 44 anni, è stata la più cattiva in assoluto verso Barack: i favorevoli, che erano il 52%, sono caduti al 34%,  18 punti di bocciatura in 30 giorni. di Glauco Maggi Twitter@glaucomaggi

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