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Lotta all'evasione fiscale, la strategia e gli obiettivi di Matteo Renzi

Andrea Tempestini
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Tra lavoro, tagli al cuneo, prelievo sulle rendite e riforme assortite, dell'onnipresente evasione fiscale, in queste ultime settimane, se n'è parlato poco. Ma la lotta al nero resta in evidenza nell'agenda del premier, Matteo Renzi. L'obiettivo per il 2014 lo ha fissato il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan: incassare 12 miliardi di euro. Sì, ma come? L'ex sindaco di Firenze ha una strategia, forse non ancora particolarmente precisa, ma le cui linee guida sono state spiegate, molto sinteticamente, su Twitter. Matteo promette di combattere l'evasione con l'utilizzo delle banche dati e della tecnologia. Al pari di Mario Monti, punta tutto sul "Grande Fratello" che traccia i movimenti economici degli italiani. Stando all'agenda del premier, la riforma fiscale dovrebbe arrivare nel mese di maggio: a quel punto sapremo qualcosa di più preciso sul rapporto tra contribuente e fisco. Ma già ora si può cercare di far chiarezza. Cervelloni elettronici - Il presidente del Consiglio, come detto, insiste sull'incrocio dei dati e sull'innovazione digitale. Dunque verranno potenziati i - tostissimi - strumenti tecnologici di cui già dispone l'Agenzia delle Entrate. Strumenti particolarmente invasivi e più volte criticati sulle pagine di Libero. Si parte, in primis, dall'archivio dei rapporti bancari presso l'anagrafe tributaria, un cervellone in cui banche ed intermediari finanziari hanno fatto affluire tutti i dati rilevanti fino al 2011. L'arma, però, deve ancora essere caricata: infatti, come spiega Il Messaggero, diventerà operativa quando le Entrate specificheranno in un apposito provvedimento i criteri con cui dalla sconfinata banca dati si possa risalire a quelli che si trasformeranno in sospetti evasori fiscali. L'altro strumento decisivo e sul quale Renzi vuole puntare è il redditometro, che individua potenziali evasori cercando quelle che sono le incoerenze tra dichiarazioni dei redditi e spese sostenute dal contribuente (per inciso, negli ultimi giorni, sono partite le prime lettere del redditometro e le conseguenti richieste di accertamento). Piccoli accorgimenti - Se Renzi vuole andare a pizzicare gli evasori grazie alla tecnologia, non scorda però i capitali esteri: obiettivo, farli rientrare, magari stringendo anche il chiacchieratissimo accordo con la Svizzera (i tempi, in questo caso, sono però destinati a dilatarsi). Per quel che riguarda ancora l'uso della tecnologia, Renzi avrebbe però in mente anche lievi cambi di strategia. In primis grazie all'invio della dichiarazione dei redditi pre-compilata, un espediente con cui il premier è convinto di riuscire a recuperare gettito. Ci sono poi le ventilate possibilità di incassare una quota dell'Iva relativa ai prodotti acquistati nel caso in cui venga richiesto lo scontrino: anche in questo caso, l'operazione sarebbe possibile grazie alla tecnologia che permette, per esempio, di tenere traccia degli acquisti di medicinali grazie alla tessera sanitaria. Infine, per chiudere il "quadro fiscale", bisogna dar conto della presa di posizione di Enrico Zanetti, sottosegretario all'Economia, che chiede di rivedere la convenzione tra via XX Settembre e Agenzia delle Entrate, convenzione che fissa precisi obiettivi quantitativi al lavoro di recupero dell'amministrazione con effetti però a volte controproducenti. Zanetti spiega: "E' meglio concentrarsi sul recupero del gettito sommerso che sulla contestazione burocratica di irregolarità a chi comunque le imposte le paga".

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