Governo, ipotesi quoziente familiare: come funziona
Per ora è solo un'ipotesi, ma tra le promesse da "televendita" di Matteo Renzi spunta anche l'ipotesi del quoziente familiare sul Fisco. Il premier ha recentemente ammesso in un'intervista a Repubblica in cui faceva il punto sui primi 58 giorni di governo, che gli 80 euro "dati a un single hanno un impatto diverso rispetto a un padre di famiglia monoreddito con 4 figli. Dobbiamo porci il problema. L'Italia non può permettersi il lusso di trattare male chi ha figli". Precisando che "la rivoluzione è appena iniziata, gli 80 euro e l'Irap sono l'antipasto". Mentre in via XX settembre si affannano per trovare le coperture per il taglio dell'Irpef, dal governo potrebbe arrivare anche un piano per riequilibrare la pressione fiscale. L'ipotesi - Attualmente, risorse per nuovi interventi a favore delle famiglie sono fuori discussione, le casse dello Stato e gli impegni di bilancio sono già stati messi a dura prova e solo per dare gli 80 euro in busta paga l'esecutivo rischia grosso. Eventuali novità potranno essere introdotte nell'ambito di un più ampio disegno di revisione del sistema fiscale, e come anticipa Quifinanza la direzione nella quale il premier intende puntare sembra essere tracciata e si avvicina alla formula del quoziente famigliare. Come funziona - Si tratta di un sistema di imposizione fiscale che tiene conto dei carichi familiari. In pratica è un metodo di calcolo, adottato per esempio dalla Francia, che modula l'applicazione dell'imposta sul reddito all'insieme dei redditi dei membri della "famiglia fiscale", composta dal contribuente, dal coniuge, dai suoi figli minorenni e dalle persone invalide conviventi. Cosa cambia - In Italia finora è in vigore una tassazione a base individuale, che, a parità di reddito, penalizza le famiglie monoreddito e quelle con figli a carico. Questione già sanzionata da alcune sentenze della Corte Costituzionale. L'applicazione concreta del quoziente familiare, secondo il modello francese passa attraverso le seguenti operazioni. Verrebbero introdotte delle quote che spettano a ciascun contribuente: lo sposato, il celibe, il divorziato e il vedovo. Subito dopo ci sarebbe una divisione del reddito complessivo per il numero di quote e il calcolo d'imposta sul quoziente familiare. Infine verrebbe applicata una moltiplicazione dell'imposta dovuta per ogni quota per il numero delle quote stesse. Se dovesse partire il quoziente familiare si spianerebbe la strada ad una vera e propria rivoluzione fiscale. Già nel 2009 alla Camera era stata proposta di legge in questo senso: "Tale misura è chiaramente una misura tesa a sostenere la famiglia. In sostanza, a parità di reddito familiare, l'imposta deve decrescere all'aumentare dei componenti e questo viene ottenuto riducendo la progressività dell'imposizione al crescere dei componenti la famiglia. Le aliquote progressive non vengono infatti applicate sul reddito familiare, ma sul reddito medio pro-capite", si legge nella proposta. Ora il governo potrebbe passare dalle parole ai fatti...