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Fallita Atari,la bisnonnadella Playstation

Negli anni '70 e '80 fu la prima consolle da casa per i videogames. Sepolta dalla diffusione dei pc e dal successo della "Paly", X-box e Wii

Matteo Legnani
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Fin lì c'era solo il "tennis": in bianco e nero, con due stanghette bianche ai lati dello schermo e una "pallina" puntiforme. Poi, alla fine degli anni '70, è arrivato l'Atari. Per milioni di bambini appassionati di Pacman e Supermario è stato il primo videogame da casa: bastava inserire una cassettina nella consolle per divertirsi con decine e decine di giochi. Atari è stato, in questo senso, il bisnonno delle varie Plystation, X-box e Wii. Fondata negli Stati Uniti nel 1972 da Nolan Bushnell e Ted Dabney, all'Atari si puo' attribuire l'inizio dell'industria videoludica con Pong la cui versione domestica si connetteva ad un televisore. Bushnell vendette Atari alla Warner Communications nel 1976 per circa 28-32 milioni di dollari, usando parte del denaro per comprare la Folgers Mansion. Ha lasciato la divisione nel 1979. Durante il periodo della Warner, Atari raggiunse il suo piu' grande successo, vendendo milioni di console Atari 2600. Al suo apice, Atari contribuiva per un terzo alle entrate annuali della Warner e divenne la compagnia con lo sviluppo piu' veloce nella storia degli Stati Uniti (all'epoca). Dopo il boom degli anni '80, però, i tempi sono cambiati: i personal computer hanno iniziato a diffondersi in tutte le case con la loro capacità di supportare giochi al confronto dei quali gli Atari erano da età della pietra. E così, il colosso americano ha iniziato a specializzarsi, producendo giochi per conto altrui, ma perdendo via via quote di mercato di fronte all'emergere di colossi come la Sony e la Nintendo. Finchè, ieri, è stata dichiarata fallita, avanzando richiesta di protezione dai creditori - cui deve 21 milioni di euro - in base all'articolo 11 della legge fallimentare Usa.

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