Padova: imprenditori cinesi, fuori chi non rispetta le regole (2)
- Principi sottoscritti da Yang Rende, portavoce della comunità cinese, ma che tutti gli imprenditori del Centro si sono impegnati a firmare: "Se la comunità cinese ha scelto Padova come punto di riferimento per il Nord Est è per la posizione strategica di questa città, snodo commerciale di importanza cruciale per l'Italia e l'estero. Sono più di 100 le aziende all'interno del Cic, in particolare nei settori abbigliamento, borse, gioielleria, calzature, giocattoli, apparecchiature elettriche ed elettrodomestici. Oggi i miei connazionali si sono impegnati a riconoscere i valori che da sempre animano l'imprenditoria veneta, lavorando per la loro diffusione e per individuare ed emarginare gli operatori che non li rispettano e che così facendo danneggiano la società civile e l'immagine di tutta la comunità cinese padovana". Parole condivise anche da Berica Marchiorello, titolare di Finleb srl, la società che gestisce la struttura di Corso Stati Uniti. "Troppo spesso si fa confusione fra il Centro Ingrosso Cina e le altre strutture del territorio, mettendo tutto quello che accade in un unico calderone, sotto una generica etichetta di comodo. Non è così. Ogni struttura ha la sua storia ed è gestita in modo diverso. Per quanto ci riguarda, da tempo siamo impegnati per far diventare il Cic un polo di eccellenza sia da un punto di vista organizzativo che di controllo per ogni altro centro analogo presente nel territorio nazionale. E' una strada lunga, ma da parte nostra c'è la piena volontà di collaborare con le istituzioni e la società civile".