Carburanti: Assopetroli, in Veneto perdita di 4 mila posti di lavoro
Padova, 2 dic. (AdnKronos) - “L'aumento dell'Iva e le ulteriori accise sui carburanti, mascherate da clausole di salvaguardia e contenute nella legge di stabilita' per il 2015, potrebbero portare solo in Veneto alla perdita di 4mila posti di lavoro e su base nazionale a circa 60.000”, lo ha affermato Giancarlo Miotto, Coordinatore di Assopetroli Assoenergia Veneto, che ha riunito oggi in assemblea generale a Padova le Aziende associate per discutere, assieme al presidente nazionale Franco Ferrari Aggradi, al vicepresidente vicario nazionale Sergio Salsi, le e prospettive del settore alla luce delle norme contenute nella Legge di Stabilità per il 2015, appena varata dalla Camera dei Deputati, che ora approda in seconda lettura al Senato della Repubblica. Presenti all'Assemblea anche numerose Aziende del comparto della commercializzazione dei carburanti e dei prodotti energetici, non associate ad Assopetroli e provenienti dalle regioni limitrofe, oltre ai Coordinatori di Assopetroli Assoenergia del Friuli Venezia Giulia Fulvio Seriau e del Trentino Alto Adige Bruno Cristoforetti. “Purtroppo cambiano i tempi, ma l'idea è sempre la stessa: aumentare le accise su benzina e gasolio per far fronte a misure spesso settoriali i cui risultati possono non essere quelli attesi come nel caso del bonus di 80 euro, piuttosto che attuare una seria e puntuale revisione della spesa pubblica improduttiva che permetta di affrontare i problemi di questo Paese in modo strutturale - continua Giancarlo Miotto - e questo nonostante siano state poste in campo altre misure per la crescita, come quelle volte alla riduzione del costo del lavoro e all'incentivazione dell'occupazione o le agevolazioni fiscali per il ripristino del patrimonio edilizio che, se aumenteranno Iva e accise, rischieranno di rivelarsi inutili generando non solo un pesante aggravio di spesa per i consumatori ma, soprattutto, faranno crollare ancor più i consumi nel nostro settore che è già colpito da una profonda crisi e, per le nostre regioni, da un'imbattibile concorrenza fiscale dei Paesi a noi vicini”.