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Carte di credito aziendali: secondo "Galitt" costi in crescita col nuovo regolamento Ue

Gian Marco Crevatin
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Oltre 305 milioni di costi in più per le imprese europee. È uno degli effetti dell'entrata in vigore, attesa per i prossimi mesi, del Regolamento Europeo che disciplina i pagamenti con moneta elettronica, approvato dalla Commissione UE. Una norma che il legislatore ha immaginato potesse incentivare i pagamenti con le carte, e quindi favorire per davvero la tracciabilità delle transazioni, ma che rischia di causare tutt'altro effetto. Scoraggiando - per quel che potremmo chiamare “paradosso di Bruxelles” - l'utilizzo della moneta di plastica. Una cattiva notizia per il sistema economico in generale e per le imprese in particolare: infatti, oltre alla lotta all'economia sommersa che rischia di essere frenata dagli effetti della legge, il vantaggio connesso all'impiego di carte aziendali non risiede solo nella gestione efficiente della liquidità, ma anche nella possibilità di evitare l'uso di contante (maggiore sicurezza) e di accedere a servizi accessori, quali il monitoraggio dei costi legati a trasferte e altre spese effettuate dai dipendenti, la fruizione di servizi assicurativi, etc.. Lo studio - Un recente studio realizzato dall'istituto di ricerca francese Galitt evidenzia che l'impatto del Regolamento sulle carte aziendali determinerà, nei prossimi anni, un drastico calo del volume e del valore delle transazioni, oltre a una cospicua riduzione del numero di carte commerciali in circolazione nei Paesi dell'Eurozona. Il motivo? L'aumento delle spese annue che le imprese dovranno sostenere per il possesso delle carte commerciali. Infatti, il Regolamento UE impone un taglio alle commissioni sui pagamenti con carte di credito e debito: le società che emettono le carte e le banche, per far fronte al calo dei ricavi garantiti dalle commissioni, saranno quasi obbligate ad alzare i prezzi. Da qui l'aumento dei canoni e i 305 milioni di euro di costi in più per le imprese. I numeri parlano chiaro. Galitt ipotizza due scenari previsionali per il 2018, con e senza l'applicazione della norma europea. Nel primo caso, l'istituto francese prevede che entro quattro anni saranno circa 60 milioni le carte (di credito e debito) aziendali in circolazione nell'Unione Europea: carte che determineranno un giro d'affari di oltre 265 miliardi di euro e più di 2,4 miliardi di transazioni nel 2018. Di contro, l'entrata in vigore del Regolamento Europeo ridurrà a 49 milioni il numero di carte (-18,5% rispetto allo scenario normato), 1,95 miliardi di transazioni per un valore di 215 miliardi di euro (-19% in entrambi i casi): la contrazione è evidente. Criticità - Lo studio di Galitt stima in oltre 770 milioni di euro i mancati ricavi provenienti dalle commissioni: tanti soldi che si dovranno in qualche modo trovare per garantire l'efficienza e la sicurezza del sistema dei pagamenti digitali. C'è poi un'ulteriore criticità insita nei cavilli della legge europea. Il Regolamento non si applica a tutti i circuiti di carte di credito, ma solo ai cosiddetti a “modelli a 4 parti”: alle carte Visa e Mastercard, per capirci. I “modelli a 3 parti”, vale a dire i circuiti di American Express, Diners e PayPal ne sono esentati. La distinzione normativa garantirà a quest'ultime società indubbi vantaggi, con buona pace della libera concorrenza che resta sempre più un miraggio nel mare magnum normativo creato dai nostri governanti europei.

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