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Antitrust, maxi-multa per TripAdvisor per le "recensioni finte"

laura vezzo
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TripAdvisor dovrà pagare una maxi-multa di 500mila euro per pratica commerciale scorretta sulle recensioni online degli alberghi. La decisione giunge in seguito ad un'indagine dell'Antitrust, partita da una segnalazione dell'Unione Nazionale Consumatori, di Federalberghi e di alcuni consumatori: l'Autorità ha accertato la scorrettezza della pratica commerciale realizzata, a partire da settembre 2011 e tuttora in corso, da TripAdvisor, società di diritto statunitense, e da TripAdvisor Italy. TripAdvisor, giudicato il sito di informazioni sui viaggi tra i più grandi al mondo, offre consigli di viaggio attraverso note e recensioni. Maxi multa - L'Antitrust ha voluto con questo provvedimento ostacolare la diffusione di una pratica commerciale consistente nella "diffusione di informazioni ingannevoli sulle fonti delle recensioni", pubblicate sulla banca dati telematica degli operatori, adottando strumenti e procedure di controllo inadeguati a contrastare il fenomeno delle false recensioni. Le condotte contestate violerebbero, infatti, gli articoli 20, 21 e 22 del Codice del Consumo, "risultando idonee a indurre in errore una vasta platea di consumatori in ordine alla natura e alle caratteristiche principali del prodotto e ad alterarne il comportamento economico". Entro 90 giorni le due società dovranno comunicare le iniziative assunte per adempiere al divieto di ulteriore diffusione e continuazione della pratica commerciale scorretta. La sanzione amministrativa dovrà essere pagata entro 30 giorni dalla notifica del provvedimento. Recidivi - "Non è la prima volta che Tripadvisor viene richiamato all'ordine dalle autorità che sorvegliano il funzionamento del mercato", ha precisato Alessandro Nucara, Direttore Generale della Federalberghi. Nel febbraio 2012, l'Autorità britannica per la pubblicità aveva, difatti, imposto a TripAdvisor di eliminare dalla descrizione del proprio servizio le espressioni volte a far ritenere che tutte le recensioni pubblicate sul sito sono rilasciate da veri viaggiatori, sono oneste, reali ed attendibili. E ancor prima, a ottobre 2011, il Tribunale di Parigi aveva condannato Expedia, TripAdvisor ed Hotels.com a pagare una multa da 430mila euro per aver messo in atto pratiche sleali e ingannevoli.  

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