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Borse cinesi, come guadagnare col Dragone spompato

Matteo Legnani
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Niente panico: non fatevi prendere dalla febbre gialla e lasciate inalterata la composizione dei vostri portafogli. Se è possibile sintetizzare in un breve slogan le chiacchierate di Libero con gli esperti dei mercati, il senso è proprio questo. Perché vedere l' indice azionario italiano che perde in una sola seduta il 6% fa un certo effetto. Notare poi che il Dax tedesco, l' Ibex spagnolo e il Cac francese lasciano sul terreno (chi più chi meno) circa il 5% amplifica la sensazione di vuoto. Ma prima di vendere in perdita per limitare i danni bisogna tener presente almeno tre fattori. Primo: le banche centrali, soprattutto quella cinese, hanno ancora delle munizioni per pompare liquidità sui mercati. E se la situazione dovesse precipitare sarebbero pronte ad usarle. Due: nelle ultime settimane i mercati europei hanno già subìto una correzione del 15-20% rispetto ai picchi dell' anno. Insomma, a meno di catastrofi per adesso imprevedibili, è possibile che il punto più basso sia stato raggiunto o comunque che sia molto vicino. Terzo: i fondamentali, soprattutto a Piazza Affari, delle maggiori aziende quotate sono buoni. E quindi se il crollo del Dragone si ferma i titoli potrebbero riprendere a correre. Quando muoversi - «Le decisoni di asset allocation (la ripartizione della liquidità tra i vari investimenti) dovrebbero essere di lungo periodo - spiega Armando Carcaterra, direttore investimenti di Anima Sgr - e uscire adesso, nel bel mezzo del picco della volatilità, potrebbe comportare delle perdite che richiedono anni per essere ammortizzate». Aspettare dunque, ma fino a quando? «Fino a quando non si capisce se il quadro macro è effettivamente cambiato. In questi giorni abbiamo assistito a una correzione violentissima che è arrivata mentre i mercati vivevano un momento sostanzialmente positivo. Se, magari grazie all' intervento della banca centrale, la situazione cinese dovesse riassestarsi allora questo trend potrebbe riprendere, al contrario se le previsioni di crescita su Pechino dovessero peggiorare allora sarebbe il caso di fare altri ragionamenti». Segnali? «Il mercato sconta già molte cattive notizie. Se anche gli analisti iniziano a fare previsioni ribassiste sugli utili aziendali è il segnale che si possono riconsiderare gli acquisti perché le cattive notizie sono finite». Piazza Affari - Perché come in tutte le crisi finanziarie che si rispettino, anche nella tempesta cinese ci sono delle occasioni di guadagno. «Ci troviamo di fronte a una situazione di panico - evidenzia Mario Spreafico, direttore investimenti di Schroders Italia - generato dal fatto che la crisi cinese, soprattutto per la mancanza di trasparenza, risulta poco decifrabile. Il rovescio della medaglia però ci mette di fronte a un sistema controllato che può essere "corretto" da governo e banca centrale in qualsiasi momento. Insomma, i risparmiatori non devono preoccuparsi più di tanto e anzi possono cogliere anche delle opportunità di guadagno». Per esempio? «Penso- continua - a tutte quelle società che hanno avuto delle storie di ristrutturazione importanti negli ultimi mesi. Guardo ai titoli bancari su tutti, ma anche agli industriali, al manifatturiero e al lusso che in questi giorni soffre di più, ma domani potrebbe riprendersi visti gli ottimi fondamentali delle società del settore». Secondo Angelo Drusiani, consulente finanziario di banca Albertini Syz, il rischio è che si sia rotto il giocattolo che da mesi traina l' economia mondiale. «La crisi cinese riguarda tutte le potenze occidentali perché si era creato questo circolo virtuoso che vedeva la produzione in Germania e negli Usa di un gran numero di macchinari con i quali i cinesi creavano merci di bassa qualità ma a prezzi competitivi da esportare nei Paesi occidentali. Ora questo cerchio si è bloccato. Un po' perché in Europa si consuma di meno e un po' perché la Cina è nel pieno di una fase di cambiamento delle sue politiche economiche». Per intenderci, lei vede una crisi dei mercati abbastanza lunga? «Questa situazione potrebbe durare per qualche settimane, ma dopo il boom degli ultimi giorni si tornerà a guardare ai risultati delle aziende che sia in Europa che negli Stati Uniti sono positivi». Opportunità di acquisto? «Chi ha una maggiore propensione al rischio potrebbe mettere in portafoglio in modo graduale titoli di società con un buon dividendo del settore farmaceutico o tecnologico. Penso per esempio ad Apple, Bayer in Germania o Porsche. Titoli che hanno subìto contrazioni notevoli ma che hanno tutte le carte in regola per riprendersi». Obbligazionario - Ma un' altra data che ogni buon risparmiatore dovrebbe segnarsi è quella del 16 e 17 settembre quando la Fed (la banca centrale americana) potrebbe alzare il costo del denaro che è fermo, vicino allo zero, dal 2008. «Io ho l' impressione - continua Drusiani - che gli Stati Uniti abbiano già deciso di aumentare i tassi e questo potrebbe comportare un incremento dei rendimenti anche nell' area euro». Morale della favola: con i tassi in salita i titoli lunghi (che danno le migliori opportunità di guadagno) perdono in conto capitale e quindi chi volesse vendere i suoi Btp prima della scadenza sarebbe penalizzato. Ma non finisce qui. «L' eventuale stretta della Fed potrebbe portare a una rivalutazione del dollaro che è sceso ancora in questi giorni. Insomma, ci sarebbe l' opportunità di fare acquisti in dollari americani, per esempio i titoli di Stato Usa non superiori ai 6 mesi, per poi vendere sul secondario quando le quotazioni del biglietto verde dovessero risalire». Beni rifugio - Mentre per chi è alla ricerca di un bene dove depositare la propria liquidità senza correre rischi ci sono due opportunità su tutte. «Il Bund, il decennale tedesco - chiosa il consulente finanziario - per sicurezza e trasparenza è certamente il bene rifugio per eccellenza». Ma anche l' oro, che negli ultimi giorni (anche se ieri era in rosso) ha leggermente recuperato terreno. Non aspettatevi però nessuna corsa sfrenata dei rendimenti del metallo giallo: la Cina è un grande importatore e se rialzo ci sarà, sarà contenuto. di Tobia De Stefano

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