Prezzi fermi: nel 2016 le pensioni non cresceranno di un euro
Andateglielo a spiegare ai pensionati, che la loro pensione nel 2016 non si rivaluterà nemmeno di un euro. A quelli che prendono mille euro al mese o anche di meno. Perchè questa sarà con ogni probabilità la situazione che li attende il prossimo anno. Non un euro in più: zero. Ed è già tanto che non gli venga tirato via qualcosa dagli assegni mensili. Il punto è che entro il 20 novembre prossimo il governo sarà chiamato a indicare con apposito decreto il tasso provvisorio di perequazione per il 2016 ricavato dal Foi, che è l'indice con cui viene rilevata l'inflazione relativamente alle famiglie di operai e impiegati al netto dei tabacchi. Un indice piuttosto datato ma che ancora viene utilizzato a quello scopo. Ebbene, per la prima volta dal 1959, nei primi nove mesi dell'anno (che sono quelli che servono come riferimento), l'indice dei prezzi al dettaglio ha avuto un segno negativo. E, come riporta il quotidiano "Il Messaggero", anche considerando una moderata crescita nell'ultima parte dell'anno, risulterebbe un -0,1%. Le pensioni, quindi, dovrebbero subire addirittura una decurtazione, ma questo non accadrà perchè la legge del 1992 che definisce il meccanismo della perequazione parla esplicitamente di "aumenti". Una parziale eccezione al congelamento delle pensioni riguarderà quei trattamenti superiori alle tre volte il minimo (circa 1.500 euro lordi al mese) che in base alla sentenza della Corte costituzionale della scorsa primavera devono ricevere anche sull'assegno 2016 - secondo le modalità fissate dal governo - una parte della rivalutazione relativa agli anni 2012 e 2013 che era stata a suo tempo cancellata con il decreto salva-Italia del premier Mario Monti. Per questi pensionati, dopo lo scatto di agosto, l' assegno sarà ancora rialzato di una manciata di euro a parziale recupero di quanto perso in precedenza; ma poi su questa base non sarà applicata la rivalutazione.