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Cosa succede dentro Mediaset. La lettera anonima a Piersilvio

Giovanni Ruggiero
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"Piersivlio, svegliati!" è l'appello accorato lanciato da una lettera aperta indirizzata al presidente di Mediaset da parte del blog ilbiscionetv.it. Dietro il lungo documento di "critica" ci sarebbe un gruppo di dipendenti di età e mansioni differenti molto ben addentrati nei corridoi di Cologno Monzese, tutti uniti però in un ideale soggetto fortemente legato all'azienda con cuore e sentimento: "sono un grande osservatore - si legge nel testo - amo alla follia questa azienda, ci ho messo e ci metto il cuore per migliorarla (nel mio piccolo)". Il sito (e relativo account Twitter) è anonimo e scritto in prima persona, ma la redazione di Libero ha potuto verificare che dietro l'iniziativa ci sono realmente diversi dipendenti del Biscione che chiariscono a Piersilvio: "Questa, non vuole essere una lettera di lodi o di bastonamenti, ma di forte critica". La leadership - Uno degli aspetti che gli autori della lettera rimproverano a Piersilvio Berlusconi è l'essersi fisicamente allontanato dai corridoi e dagli studi televisivi: "Tantissimi dipendenti ti rimproverano il fatto di non essere presente e di essere poco fermo in certe decisioni; fai l'editore, tra “amore” per loro e fermezza con chi ti fa la bella faccia davanti (solo perché sei figlio di Silvio) e dietro te ne dice di tutti i colori. Hai le qualità e l'esperienza per mandare a quel paese chiunque tu voglia". I manager - La lettera affronta il nodo dei manager, delegati da Piersilvio nella gestione dell'azienda: "top manager che vorrebbero fare le tue veci e che agiscono in modo scellerato. Ecco, quest'ultimi si meriterebbero una sano calcio nel di dietro. Di “bella” gente con la passione per questo lavoro, n'è rimasta veramente poca, ed è tutta legata a tuo padre, a Marcello, a Galliani, che hanno saputo dare un imprinting magico all'azienda e ai dipendenti. E tu questo lo sai bene…". Le reti - I dati di ascolto dei tre principali canali Mediaset hanno subito un calo notevole negli ultimi anni, passando dal 24,5% al 19,5% in media. Gli autori della lettera aperta ne fanno una dettagliata analisi. Pur concedendo il periodo di crisi per tutte le aziende televisive e considerando un piccolo aumento della raccolta pubblicitaria, sono le strategie a medio e lungo termine a sollevare più di una preoccupazione: "Italia1 è l'anello debole di tutto, poiché ha smarrito la sua identità. Non è per bambini - scrivono - non è per i giovani, è più per i nostalgici della bella Italia1 che ora hanno sui 35/40 anni. Ma siamo ancora in tempo". C'è poi la questione Rete4: "ha una mattina che fa pena. Tanti dicono che va bene così e che non ci sono soldi da investire in quella fascia. Troviamoli!" La star - L'appello dei dipendenti Mediaset arriva a consigliare anche una strategia di più ampio respiro sulla gestione generale delle reti, mirata almeno a pacificare un ambiente a volte litigioso: "Imponi solidarietà tra i programmi, metti al bando le liti da distanza tra star (star?) che creano malumori e portano freddezza, consiglia ai tg di parlare ogni giorno degli show dell'azienda, dì ai conduttori di volere bene al Biscione; alla fine - continuano - vengono pagati per questo e una sana clausola sul contratto non sarebbe affatto male. Mediaset ha bisogno di coesione e di ritrovare un'identità, non certo di star bizzose.Fatti sentire anche nelle piccolezze, altrimenti creerai anarchia anche in quel settore, tanto importante quanto stupidamente frivolo". Publitalia - Il mondo Publitalia dal quale Silvio Berlusconi aveva attinto a piene mani per costruire la prima trionfante Forza Italia, secondo gli autori della lettera sta attraversano un periodo di forte crisi: "Anche per Publitalia, sono finite le vacche grasse. Ma si potrebbe fare molto di più; le nuove leve, prese a quanto pare per competenza, devono cercare e portare gli sghei in tempi brevi. Gli agenti devono essere svegli e non dei morti che obbediscono al loro capo; fantasia, scaltrezza e competenza di vendita devono essere i loro fari. Purtroppo, negli ultimi anni si sono adagiati sulla crisi; ed è proprio qui che un editore forte deve spronare i suoi! Publitalia è ancora una grande azienda che può tornare a rompere le palle a tanti; preoccupiamoci dei nostri nuovi nemici, ma pensiamo tanto a noi stessi. Noi siamo la storia, stiamo pensando ad un futuro pieno di cose, siamo ancora i numeri uno, ma dobbiamo metterci una vera marcia in più per non apparire agli occhi degli altri come dinosauri. Dirigenti, vecchie e nuove leve, devono studiare bene il futuro e trovare sponsor pronti ad investire anche in capo al mondo. E basta dire: “quel prodotto no, quella medicina no, quella tale marca no”; siamo un concessionaria che ha fame di soldi e deve macinarli ogni anno di più. Pier, vai a Milano2 e ogni tanto fai un'incursione! Guardando i dati prima di entrare a Palazzo Cellini, corri a premiare chi merita, vai a bastonare chi non produce. Ma fallo, i tuoi sottoposti (dai dirigenti ai dipendenti) non aspettano altro! Vedrai che loro stima verso di te cambierà non poco". La dichiarazione - Il carico sentimentale con cui la lettera è stata scritta non è da poco. Lo si intuisce dall'ultimo paragrafo, ricco di affetto: "Tante persone ti vogliono bene e sono affezionate a te come un figlio, come un fratello maggiore o minore, ma poche ti vedono come la “stella” che li guida; non si sente la tua presenza, anzi le critiche si sprecano. E questa cosa, a chi è cresciuto in azienda non va giù. Chi ti apprezza, ti stima, ma soprattutto chi ti considera l'erede di Silvio perché ogni volta che ti pensa rivede lui, vorrebbe un Piersilvio forte, presente, imponente in certe occasioni, premiante in altre. Tu vali, fatti sentire con voce e cuore". Il retroscena - Ma chi c'è dietro al sito anonimo che punzecchia Mediaset e che si prende la briga di segnalare i suoi scritti a decine di addetti ai lavori via Twitter? Da quanto apprende Libero, si tratterebbe di un giovane che ambisce a lavorare in tv e che invia a tutte le emittenti (ma anche ai giornalisti e agli addetti stampa) decine di mail piuttosto insistenti. Proprio nella tv del Biscione sarebbe stato messo alla prova con la collaborazione a un programma, ma il rapporto lavorativo si sarebbe interrotto, per decisione di Mediaset, dopo la prima puntata del format.

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