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Le motivazioni della sentenza di assoluzione di Tronchetti Provera: "Tutte vere le accuse contro De Benedetti"

Lucia Esposito
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Sono state depositate dal Tribunale di Milano le motivazioni con cui è stato assolto Marco Tronchetti Provera querelato da De Benedetti. Per i giudici l'Ing era veramente coinvolto nel disastro dell' Ambrosiano, vere le accuse di tangenti e la condanna per falso in bilancio.  Le motivazioni sono riportare dal Il Giornale che spiega come Provera non abbia fatto altro che esercitare il diritto di critica contro De Benedetti. Su un solo punto il giudice Monica Amicone, nelle trenta pagine delle motivazioni, dà torto a Tronchetti Provera: per quanto riguarda l'uscita di De Benedetti dalla Fiat, nel 1976, dopo cento giorni dall'ingresso nella società torinese. Secondo Provera era stato allontanato, ma il giudice sentito altri testimoni arriva alla conclusione che fu una scelta di De Benedetti quella di andarsene. Ma in ogni caso non c'è reato perché Provera ha detto "allontanato" e non "cacciato".  Accuse fondate - Il giudice riconosce la gravità delle accuse lanciate da Tronchetti, tuttavia ne riconosce la fondatezza. Da  Mani Pulite, quando De Benedetti venne inquisito e arrestato per corruzione, e se la cavò solo grazie alla prescrizione. Vera anche la residenza in Svizzera,  la condanna per falso in bilancio dell' Olivetti, vera a storia del coinvolgimento nel crac del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi, il più grave e cupo scandalo della finanza italiana degli anni Ottanta. "

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