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Ferrari, l'esordio a Piazza Affari: c'è Matteo Renzi a portare sfortuna

Giovanni Ruggiero
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È partita nella mattinata di lunedì 4 gennaiuo la quotazione della Ferrari a Piazza Affari, da un valore di 43 euro per azione. Ma il titolo è poi scivolato e anche sospeso in una giornata comunque difficilissima per tutti i mercati mondiali, trascinati al ribasso dalla crisi cinese e mediorientale (alla fine, comunque, Ferrari ha chiuso in rialzo dello 0,53% a fronte di un crollo dell'indice Fts Mib del 3%). Alla cerimonia a palazzo Mezzanotte per l'esordio del Cavallino in Borsa c'erano l'amministratore delegato di Fca e numero uno del Cavallino, Sergio Marchionne, con il presidente di Fca ed Exor, John Elkann. Non ha voluto mancare e scroccare un pezzo di festa anche il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ringraziato dallo stesso Marchionne anche per il lavoro che "sta facendo per il Paese". Ma Renzi, al Cavallino, ha portato sfortuna:non appena arrivato, il crollo del titolo. Dunque, quando il premier se ne va, il recupero: perdite azzerate fino alla timida chiusura positiva. Premier "iettatore", come dice Maurizio Gasparri su Twitter? L'idea - Da mesi circolava tra gli addetti ai lavori l'idea che Marchionne entrasse in Formula uno con un secondo team o magari proponendo una nuova power unit ad altre scuderie. Voce più volte smentita, ma mai fino in fondo. E con la confereza stampa dopo la quotazione in Borsa del titolo del Cavallino, Marchionne ha tolto per un attimo i panni di Presidente della Ferrari e riprendere quelli di Amministatore unico di Fca. Quando gli viene chiesto se sta pensandop di far entrare l'Alfa Romeo nel Circus, il manager ha risposto: "Senza dubbio è possibile. In che modo si vedrà. Sarebbe molto difficile per l'Alfa Romeo entrare senza l'appoggio di un'altra scuderia - chiarisce - La cosa importante però adesso è lanciare una nuova Giulia, ma l'associazione con la Formula 1 sarebbe l'associazione ideale". L'obiettivo - Il manager ha confermato l'intenzione di proseguire negli investimenti per lo sviluppo di Ferrari e offrire ritorni agli azionisti: "l'unico vero obiettivo è riportare il titolo mondiale a Maranello" ha continuato facendo riferimento alla Formula uno: "Non faremo mai mancare investimenti a Ferrari per garantire ritorni significativi agli azionisti, guardando con attenzione a quello che succede negli altri mercati. Il mio impegno è continuare a far crescere questa azienda senza mai tradirne i suoi valori e senza mai rimanerne prigionieri" La separazione - La quotazione di Ferrari è l'ultimo step della separazione del marchio di Maranello da Fca. Il 10% era già stato quotato a Wall Street, un altro decimo è nelle mani di Piero Ferrari, il restante 80% è stato redistribuito tra gli azionisti del Lingotto. Confermato il patto tra gli Agnelli e i Ferrari, con il controllo congiunto della Ferrari.

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