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Pensioni, addio alla reversibilità. La rapina: quanto perdi / Le cifre

Eliana Giusto
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Nel caos sul taglio delle pensioni di reversibilità, cerca di fare chiarezza il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che dopo la denuncia della Spi-Cgil sulla trasformazione di una prestazione previdenziale (che nasce da un versamento dei contributi) in assistenziale precisa: "È una polemica totalmente infondata: la delega del governo lascia intatti tutti i trattamenti e per il futuro non è allo studio nessun intervento sulla reversibilità, tutto quello che si propone è il superamento di sovrapposizioni e situazioni anomale". Tant'è. Nel 2015 le nuove pensioni di reversibilità erogate, riporta il Giornale, sono state 183.085, circa un terzo dei nuovi trattamenti complessivi. L'importo medio è basso (650 euro): è infatti legato alla presenza del coniuge (60% del trattamento) o dei figli minori di 26 anni se universitari (100% della pensione se oltre al coniuge ce ne sono almeno due). Una decurtazione del 25% in base al reddito è già prevista se l'erede ha un reddito superiore a tre volte la pensione minima (circa 1.500 euro). Ad essere puniti sono i redditi più alti. Il taglio sale infatti al 40% se il reddito è superiore a 4 volte il minimo e al 50% per redditi oltre cinque volte il minimo. Il ddl, insomma, potrebbe intervenire in questa direzione. Contrario ai tagli Matteo Salvini: "Un governo che fa cassa sui morti mi fa schifo", ha cinguettato su Twitter il leader della Lega: "Vengono fregate migliaia di persone, soprattutto donne rimaste vedove, rubando contributi effettivamente versati, per anni". Sulla stessa linea Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia: "Renzi se la prende con la povera gente".

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