Guadagni assicurati in borsa. I titoli che ti fanno diventare ricco
Sarà l' anno delle buone azioni? Per ora, anche grazie a Mario Draghi il 2016 promette di essere l' anno della riscoperta del dividendo, soprattutto per i risparmiatori delusi dalle cedole sempre più avare dei titoli di Stato e scottati dalle traversie di banche che credevano sicure e a prova di crisi. Intanto, mentre i Btp scivolano a tassi sotto zero (all' asta di marzo è successo anche ai titoli con la durata di tre anni) e il decennale garantisce sì e no l' 1,30% (al lordo di custodia e commissioni), Piazza Affari si accinge a distribuire i dividendi più generosi degli ultimi anni: qualcosa di più di 17,5 miliardi finirà nelle tasche degli azionisti, un miliardo abbondante in più di dodici mesi fa. Ma a rendere particolarmente ghiotta la situazione è, per paradosso, la crisi della Borsa italiana che, a differenza di Wall Street, accusa un calo del 13% rispetto ad inizio d' anno. I prezzi più bassi delle azioni, combinate con una remunerazione generosa hanno creato l' occasione di una vendemmia fuori stagione di ottima annata: il dividendo medio, sulla base degli annunci già arrivati dalle società (circa il 90% del listino), è di poco inferiore al 3,5%, in netto vantaggio sui titoli di Stato. GENERALI BATTE BTP 3 A 0. Oggi, ad esempio, chi ha comprato venerdì un titolo Generali (quotazione a 13,88 euro) si è assicurato un dividendo pari al 5,19% grazie alla cedola di 0,720 euro appena deliberata dal cda. Certo, per incassare il dividendo bisognerà attendere l' approvazione del bilancio a fine aprile. Senza dimenticare che sul rendimento delle azioni grava l' aliquota del 26% più alta di quella che il fisco trattiene sui titoli di Stato. Ma anche così la forbice è davvero ampia: poco meno di tre punti percentuali (5,2% di cedola contro 1,3% di interesse su un titolo di Stato che scadrà nel 2026). E fa ancor meglio UnipolSai: 7,4%. Uno scenario che promette di durare vista la tendenza a scendere dei tassi sui Btp, destinati comunque «a restare a livelli bassi per un lungo periodo» come ha ripetuto il presidente della Bce che anzi non esclude ulteriori ribassi. Di qui una situazione quasi inedita: almeno una trentina di titoli presentano oggi cedole superiori al 4%. Non solo tra le blue chips segnalate nella tabella, ma anche una schiera di piccole stelle che si arricchisce ogni giorno di società piccole e medie che offrono dividendi oltre la media. Rende, a mo' di esempio, più del 5% il titolo Italian wine Brands, small caps del settore vino. Ben più robusta Igd, capofila immobiliare delle coop (4% il dividend yield) o Cir (rendimento attorno al 4,5%). UTILI IN CALO MA… Insomma, pur con tutte le cautele del caso, Piazza Affari si propone come un «porto sicuro» o quantomeno come un' alternativa efficace al conto corrente o al materasso. A spingere in questa direzione sarà senz' altro la strategia delle Poste Italiane che martedì dovrebbe annunciare una cedola di 0,33 euro, distribuendo ai soci l' 80% circa degli utili. È la conferma di una tendenza a perseguire una politica di distribuzione più generosa che in passato. A prima vista, non è giustificato l' aumento dei dividenti perché il 2015, a livello generale, si è chiuso con un calo degli utili delle società quotate del 24,5% a 8,9 miliardi. Ma la statistica rischia di trarre in inganno. La contrazione dei profitti riguarda soprattutto Eni (perdita netta di 8,78 miliardi), circostanza che non ha impedito al cane a sei zampe di distribuire una cedola di 0,80 euro che permette un rendimento di tutto rispetto che, assicura l' ad Claudio Descalzi, senz' altro sarà rispettato anche nel prossimo esercizio o aumentato se il prezzo del greggio risalirà a 50 dollari al barile. A favorire l' obiettivo sarà, non solo in casa Eni, il taglio di investimenti non più giustificati dall' andamento della domanda e di altri costi. Sarà senz' altro questa la missione che Vivendi affiderà al nuovo vertice di Telecom Italia per tornare a retribuire i soci ordinari. GESTITO SUPER, BANCHE A SCONTO. Impieghi ancora in crisi e calo dei margini di interessi hanno afflitto il sistema bancario. A tutto vantaggio del risparmio gestito. Non a caso nella lista dei titoli a più alto rendimento svettano Azimut, Banca Mediolanum, Banca Generali o Anima. Ma ci sono situazioni interessanti anche nel comparto bancario, in buona parte legate ai ribassi dei mesi scorsi che hanno fatto precipitare le quotazioni e, di riflesso, aumentato gli yield, a partire da Banca Intesa, ben oltre il 5%. Lo stesso vale per Bpm che, sotto la pressione delle tensioni legate al tribolato matrimonio con il Banco Popolare, offre una cedola superiore al 4%. Una nota a parte la merita Saras, indiscusso leader nella classifica con uno yield a doppia cifra, addirittura il 12,5% circa. È l' effetto dell' anno balzano del petrolio. I ricavi della società del gruppo Moratti sono scesi a 8,2 miliardi contro i 10,2 dell' anno precedente, ma in contemporanea è salita la redditività: ebitda di 556 milioni contro i 237 di un anno prima. Il minor prezzo della materia prima ha consentito l' aumento della domanda con il risultato che le raffinerie hanno lavorato a pieno regime. E così Saras ha potuto garantire una cedola degna degli anni dell' inflazione galoppante. di Ugo Bertone