Ecco chi comprerà Mediaset: il piano perfetto di Berlusconi
"Vivendi è molto interessata all'Italia. Sono molto amico di Bollorè che manifesta interesse su alcune cose, non Mediaset ma sulla nostra capacità di fare prodotti per tutte le televisioni, i format, i programmi e il portafoglio di film e di altri spettacoli molto vasto". Ospite di Rtl 102.5, è Silvio Berlusconi in persona ad aprire decisamente all'ipotesi di "forme di collaborazioni sui contenuti" con il colosso dei media fancese Vivendi, guidato dal finanziere Vincent Bolloré. "Non sono molto informato perché di tutto si occupano mio figlio Pier Silvio e Fedele Confalonieri", spiega ancora il Cavaliere, glissando. Il rivale di Netflix - Poche ore prima, su Repubblica, era uscita però una notizia molto più succosa e potenzialmente devastante per Vivendi e per Mediaset. Il giornale di diretto da Mario Calabresi ha rilanciato l'interesse dei francesi non solo per Premium Mediaset ma per l'intero pacchetto Mediaset, con tanto di scadenzario. Scambio azionario tra Vivendi e Mediaset e accordo su due piani: la francese Canal Plus dovrebbe gestire i canali satellitari di Mediaset Premium e, come anticipato dallo stesso Berlusconi, una co-produzione di contenuti per la nascente piattaforma di tv via Internet Over the top, che nell'idea di Bolloré dovrebbe diventare l'alternativa al colosso americano Netflix per l'Europa del Sud. Il ruolo di Renzi - In questo scenario, i figli di Berlusconi perderebbero progressivamente il controllo di Mediaset, diventando però azionisti importanti di Vivendi. Di tutto ciò, scrive Repubblica, "è stato avvertito il governo di Matteo Renzi, probabilmente da Bolloré in persona in un incontro con il premier italiano svoltosi circa un mese fa mentre per il fronte Mediaset è il presidente Fedele Confalonieri che ha fatto sapere a palazzo Chigi dell'operazione allo studio". E Renzi non avrebbe manifestato alcuna intenzione di interferire in una trattativa tutta privata. A far accelerare i piani di Berlusconi sarebbero sempre secondo il quotidiano dell'Ingegner De Benedetti il "pessimo andamento dei conti di Mediaset Premium", con una crescita degli abbonati più lenta del previsto e l'avvento di Netflix e altri rivali dell'on demand. A Vivendi, più che Mediaset Premium, interesserebbe mettere le mani sui canali in chiaro del Biscione, che a oggi raccolgono il 57% del mercato pubblicitario. Il nodo Telecom - In questa partita un ruolo primario lo giocano anche le infrastrutture: le torri di trasmissione del segnale televisivo. Argomento su cui il governo sarà chiamato invece a intervenire e la linea è chiara: spingere per l'unione tra Ei Towers (le torri di Mediaset) e Rai Way in un polo a maggioranza pubblica con l'intervento della Cassa Depositi e Prestiti. Se si parla di antenne di trasmissione, però, si chiama in causa anche Telecom Italia, di cui Vivendi detiene il 24,9% delle quote, la maggioranza relativa (e l'ha fatta pesare, portando alle dimissioni pilotate dell'ad Marco Patuano). In ballo c'è anche la vendita della società Inwit che gestisce le antenne di trasmissione di Telecom, creata e quotata in Borsa un anno fa. Ora è in vendita il 45% del 60% detenuto da Telecom, e tra i possibili acquirenti c'è anche Mediaset. Vivendi, secondo Repubblica, avrebbe fatto pressioni sul cda e Patuano per spingere Inwit verso il Biscione (da qui le frizioni con Patuano). Perché Mediaset sarebbe un buon affare, ma mettere le mani sulle infrastrutture ancora di più.