Bari, 12 mar. (Adnkronos) - Secondo l'Osservatorio nazionale Amianto (Ona) "potrebbe essere stata la paura di innescare un'altra 'bomba' Ilva una delle cause per cui i vertici giapponesi della Bridgestone avrebbero deciso di chiudere la fabbrica di pneumatici di Bari-Modugno, entro i primi sei mesi del 2014. Infatti, la magistratura barese - ricorda l'Osservatorio - indaga sui casi di morte e di malattie asbesto-correlate che hanno colpito numerosi dipendenti dell'azienda e, prima che quello dell'azienda nipponica diventi un nuovo caso Ilva, i figli del Sol levante hanno deciso di evitare vertenze di carattere giudiziario e risarcimenti milionari alle vittime, soprattutto". Al di la' delle decisioni che saranno prese a Roma giovedi' 14 marzo prossimo, nel corso del vertice tra il board europeo della Bridgestone, convocato dal governo, con rappresentanti del ministero del Lavoro, della Regione Puglia, del Comune di Bari e delle organizzazioni sindacali, sulle sorti dello stabilimento barese, "per cautelare gli aventi diritto", il presidente dell'Osservatorio Nazionale Amianto, intervenuto a Bari a un'assemblea di dipendenti ed ex interessati alle problematiche dell'amianto, ha annunciato iniziative che riguardano la ex Firestone di Bari-Modugno. "Una prima ipotesi, che seguira' l'inizio di un certo numero di cause civili - sottolinea l'Osservatorio - e' quella di un sequestro conservativo dei beni della societa' perche' siano garantiti i risarcimenti alle vittime. L'altra prospettiva e' quella 'di domandare l'emissione di atto di indirizzo al fine di ottenere per i lavoratori il prepensionamento, in ragione dell'esposizione all'amianto con termine fino al dicembre 2012, utile per avere un moltiplicatore dell'1,5 tanto da poter considerare ogni anno un anno e mezzo e ottenere cosi' la maturazione anticipata del diritto alla pensione"'.