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La burocrazia ci fa perdere 30 miliardi

Ignazio Stagno
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Di burocrazia si muore. Il Paese è piegato sotto il peso di una macchina burocratica che non permette ai motori della crescita di ripartire. Dalla giustizia alle imprese, ogni settore è incancrenito da una serie interminabile di carte bollate e di tempi lunghi che fermano ogni processo produttivo. Il problema che sta alla base di questo macigno burocratico, come sottolinea il Corriere della Sera, è la totale assenza di norme semplici e comprensibili. A scriverle sono magistrati e giuristi che tengono tra le loro mani e nelle loro parole le chiavi del potere. L'ex ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, aveva lanciato una legge che imponeva un linguaggio chiaro e diretto ai legislatori. La legge nata quattro anni fa è rimasta lettera morta. Basta sfogliare una gazzetta ufficiale per rendersene conto. Cause civili eterne -  E dall'incomprensione delle norme a cascata vengono giù problemi di ogni tipo che puntualmente approdano in tribunale con estenuanti cause civili che durano anni. La durata media di un processo civile in Italia per inadempienza contrattuale è di 1.210 giorni, ovvero oltre il triplo rispetto a Germania, Francia e Regno Unito. Una procedura fallimentare da noi dura in media 2.567 giorni, ma c'è pure a chi va peggio. Come il caso di una piccola azienda della Puglia che s'è ritrovata a fare i conti con la giustizia per 48 anni. Secondo una ricerca di Confartigianato, dal 2008 le norme tributarie approvate per le imprese sono 288. Tutte norme che hanno complicato la vita alle aziende, mentre solo 68, sulla carta l'hanno resa più semplice. E le sabbie mobili buocratiche costano alle imprese circa 31 miliardi di euro. Paese in ginocchio - Per un'azienda, restare impantanata in una causa civile a lungo, ha un costo enorme in termini di produttività. Ma nonostante la situazione sia ormai grottesca e paradossale, lo Stato continua a investire in semplificazione burocratica. Ad esempio sul fronte sanitario lo Stato ha aumentato di ben 50 miliardi di euro la spesa per la gestione della sanità pubblica. Un investimento salato che grava sulle nostre spalle e che non ha di certo risolto i problemi burocratici del servizio sanitario nazionale. La burocrazia inoltre ci fa perdere terreno anche sul fronte competitività. In un momento di crisi come questo essere reattivi sui mercati internazionali è fondamentale. Ma niente da fare. "E' come se nella competizione internazionale i nostri corressero con uno zaino pieno di sassi", afferma il segretario di Confartigianato Cesare Fumagalli. Ad esempio tra gli artigiani il problema di uno Stato pachidermico si fa sentire più che in altri settori. Sono solo 928 su 8 mila i comuni in grado di svolgere pratiche per via telematica che possano ad esempio dare l'ok per l'apertura di un'attività. Edilizia ferma - Infine altra nota dolente: l'edilizia. Anche lì gli effetti della burocrazia si fanno sentire. In Italia ci vogliono almeno 234 giorni per avere i permessi per costruire. In Francia ne bastano 184, in Gran Bretagna 99. Insomma la vera grande riforma che può far ripartire il Paese sta in una macchina statale snella e rapida. L'unica salvezza per un Paese che della lentezza ha fatto ormai da decenni un marchio di fabbrica. (I.S.)  

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