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Multe in calo per la crisi e il caos legislativo

Tra crisi e pasticci legislativi, per la prima volta cala il numero delle contravvenzioni: ecco perché, e in quali città

Andrea Tempestini
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La crisi colpisce anche le multe (per la felicità dei guidatori inclini alla contravvenzione e per la disperazione delle già disastrate casse dei Comuni). I dati diffusi da Il Sole 24 Ore parlano chiaro: le entrate che derivano dalle multe segnano per la prima volta pesanti passivi rispetto all'anno precedente.  Le cifre - L'analisi è relativa al 2011, anno in cui gli accertamenti che i sindaci hanno iscritto a bilancio arrivavano a 1,47 miliardi di euro, il 6,5% in meno rispetto all'anno precedente. Ancora peggio sono andarte le riscossioni, ossia gli effettivi incassi: quelle complessive si sono arrestate a 1,19 miliardi, in calo del 7,5% rispetto ai dodici mesi precedenti; quelle in conto residuo, ossia quelle che riguardano i verbali di anni precedenti e non ancora finite nelle casse comunali, non sono riuscite a superare i 225 milioni, il 20,4% in meno di quanto raccolto sempre nell'anno rprecedente. E nel 2013... - Il crollo verticale, però, non è circoscritto soltanto al 2011. Anzi, secondo i dati disponibili tende ad acuirsi. Infatti - i dati sono quelli diffusi dalla banca dati del ministero dell'Economia, che mostra in tempo reale gli incassi delle pubbliche amministrazioni - indica che nei primi mesi del 2013, rispetto all'anno precedente, le riscossioni da "sanzioni e ammende" sono crollate di un ulteriore 25 per cento. Le città - Per quel che concerne le città, si distinguono i casi di Nuoro, Brindisi, Teramo e Salerno, dove le multe, nel corso di un anno, si sono dimezzate. Anche Rovigo, la cosiddetta "regina delle multe", ha visto segnare un calo del 12,6%, mentre Firenze (tra le città dove vengono staccate più contravvenzioni) mantiene i livelli dell'anno precedente. Cresce il numero delle multe, invece, a Roma e Napoli (dove però la riscossione si ferma al 23%), mentre a Milano le multe sono calate del 7 per cento. Caos legislativo - Ma perché le contravvenzioni diminuiscono? Non è soltanto una questione di clemenza dei vigili, alle prese con la crisi un po' come tutti gli italiani, o di un cambio di rotta dei Comuni che, negli anni precedenti, hanno abusato delle multe per far quadrare i bilanci. Un forte impatto sul calo lo hanno avuto i pasticci legislativi, il continuo caos che contraddistingue la riscossione locale. Nel 2011 ci fu il punto di svolta: nel decreto sviluppo di maggio si stabiliva l'uscita da Equitalia dal ramo dei tributi locali. Dopo due anni, però, di proroga in proroga, l'addio ancora non c'è stato. I nodi normativi e l'assenza di prospettive certe, insomma, non hanno di certo oliato la macchina della riscossione, che come dimostrano le cifre si è parzialmente inceppata. Per quel che concerne il capitolo Equitalia, di sicuro resterà in piedi fino al 31 dicembre 2013 (altre eventuali proroghe escluse). L'ostacolo - Sempre sul fronte legislativo, ha inciso un'altra novità. Si tratta dell'ostacolo alla riscossione inserito nel 2011 con la norma che ha bloccato le azioni esecutive per i debiti inferiori ai 2mila euro. La ratio della legge era quella di alleviare la tensione tra contribuenti ed Erario, ma alla fine, a pagare, sono le casse dei Comuni. Già, perché occorrono più di 50 divieti di sosta medi, oppure 12 verbali lasciati a lievitare per anni per raggiungere l'importo. Di fatto, al di sotto dei 2mila euro, chi non vuole pagare per molto tempo riesce a farlo. La crisi - C'è infine il capitolo "crisi economica" che, come detto, non riguarda soltanto la clemenza dei vigili urbani. La crisi incide anche nel tasso di morosità, in aumento, e che in tutti i settori ha modificato le abitudini di vita degli italiani. Anche per quel che riguarda i trasporti. Il quadro della situazione lo fornisce l'ultimo rapporto di Isfort-Hermes presentato da Asstra, l'associazione di trasporto pubblico: tra il 2008 e il 2012 la mobilità è diminuita del 23,9%, ed è aumentata la quota di persone che scelgono i mezzi pubblici perché più economici e, soprattutto, al riparo dal rischio delle multe.

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