Cerca
Cerca
+

Ema: ottime chances per Milano, le insidie del voto/AdnKronos

  • a
  • a
  • a

Bruxelles, 16 nov. (AdnKronos) - Milano resta una delle candidate favorite nella corsa alla sede dell'Ema, con ottime possibilità, anche per il lavoro diplomatico condotto in queste settimane. Tuttavia, il voto di lunedì prossimo a margine del Consiglio Affari Generali ex articolo 50 non è privo di insidie e a Bruxelles prevale la prudenza, in vista del D-Day. La cautela è d'obbligo: oltre alle concorrenti tecnicamente valide, come Amsterdam, Vienna e Copenhagen, e a Bratislava che punta sul fattore geografico (la Slovacchia, al pari di altri quattro Paesi, non ha alcuna agenzia Ue), ci sono le ‘trappole' insite nella procedura, che è complicata e studiata in modo da rendere difficili gli accordi. E' molto difficile per un Paese gestire un voto congegnato in questa maniera, specialmente mentre tutti gli altri 26 tentano di fare lo stesso gioco. "Si tratterà di vedere chi è il migliore in questo tipo di partite: per questo, io scommetto sull'Italia", dice una fonte Ue. Resta in gara anche Barcellona, ora che il premier spagnolo Mariano Rajoy sarebbe intenzionato a dare battaglia per avere qualcosa da offrire alla Catalogna, dove si vota il 21 dicembre. Tecnicamente Barcellona sarebbe tra le più forti, insieme a Milano, Amsterdam, Copenhagen e Vienna, ma è azzoppata dalla questione catalana (lo stesso El Mundo scrive che il re Filippo VI sa perfettamente che si tratta di una sfida "quasi impossibile"): trasferire un'agenzia da un Paese che si appresta a lasciare l'Ue in una regione con un forte sentimento indipendentista non appare un'opzione delle più facili da ‘vendere'. Bratislava, che fino a qualche giorno fa sembrava la più seria concorrente per Milano, è indebolita dal mancato endorsement della Germania, dopo che il ministro degli Esteri tedesco Sigmar Gabriel ha detto che Berlino voterà Milano al secondo turno, se Bonn non dovesse passare, come appare probabile (la Germania punta tutto sulla candidatura di Francoforte all'Eba). Per Milano è un'ottima notizia: è vero che Gabriel fa parte dell'Spd, che non siede nella coalizione che sosterrà il prossimo governo, ma è pur sempre il ministro degli Esteri in carica ed esprime la linea dell'esecutivo, come confermano più fonti. Anche se è troppo presto, resta in piedi la possibilità che alla Slovacchia venga assegnata la presidenza dell'Eurogruppo, dato che resta il ‘volto buono' del gruppo di Visegrad e c'è un interesse politico a premiarla: scambi di questo tipo in passato "si sono verificati, nella mia esperienza", spiega un alto funzionario Ue, ma "non dico che andrà così la settimana prossima". Tuttavia, osserva, "perché limitarsi alla presidenza dell'Eurogruppo? C'è abbondanza di possibili contropartite: nell'Ue ci sono diversi ‘benefit'". Un rischio reale è che, per come è congegnata la procedura elettorale, al secondo turno finiscano candidate tecnicamente deboli: "Non sarei sorpreso da una sorpresa", osserva un alto funzionario Ue. Resta molto improbabile che la partita venga decisa al primo turno: i veri giochi si faranno al secondo, ed eventualmente nel terzo. E i voti che i Paesi hanno guadagnato in queste settimane saranno certi e acquisiti solo una volta depositati nell'urna, perché la votazione è a scrutinio segreto. Le candidate ad ospitare l'Ema sono diciannove: Milano, Barcellona, Amsterdam, Copenhagen, Vienna, Atene, Bonn, Bruxelles, Bucarest, Bratislava, Dublino, Helsinki, Lille, Malta, Oporto, Sofia, Stoccolma, Varsavia e Zagabria. Vi sono anche otto candidature per l'Eba: Bruxelles, Dublino, Vienna e Varsavia, che sono in lizza anche per l'Ema, e Francoforte, Parigi, Praga e Lussemburgo, che puntano solo all'autorità guidata da Andrea Enria. La votazione, con un metodo ispirato al modello dell'Eurovisione, prevede tre turni. Nel primo ogni Paese ha a disposizione sei punti elettorali: tre vanno destinati alla prima scelta, due alla seconda e uno alla terza. Tutti i punti devono essere assegnati in questo modo perché la votazione sia valida. Se una città ottiene tre punti elettorali da almeno 14 Stati, su 27, allora vince. Per vincere al primo turno è necessario avere tre punti elettorali da almeno 14 Paesi: il quorum di 42, in altre parole, non può essere raggiunto calcolando anche i due voti espressi per le seconde scelte e i voti singoli assegnati alle terze. Al fine della vittoria al primo turno, quindi, i 42 punti devono essere composti da 14 lotti di tre punti ciascuno. I voti di seconda e terza scelta servono invece per calcolare i punti complessivi assegnati ad ogni candidata, per selezionare le tre città che hanno ricevuto più consensi, che passano al secondo turno (più di tre in caso di parità). E qui sta l'inghippo: dato che chi ha una candidata forte le darà i propri tre punti elettorali, darà probabilmente i due punti elettorali della seconda scelta e il punto della terza scelta a candidate deboli, considerate non insidiose. In questo modo, però, c'è un serio rischio che vadano in ‘semifinale' anche candidate assai deboli. Nel secondo turno, ogni Paese ha a disposizione un voto; vince la città che prende almeno 14 voti su 27. Se nessuna raggiunge il quorum, allora si passa al terzo, cui accedono le due città più votate nel secondo. In questo turno, ciascun Paese ha un voto e vince la candidata che ne prende di più. In caso di parità, si procede per sorteggio. Tra ogni turno è prevista una pausa di mezz'ora; è possibile astenersi. I voti, segreti, verranno espressi su schede cartacee, che verranno distrutte con una macchina tritadocumenti una volta decisa la partita. La stessa procedura vale per la scelta della nuova sede dell'Eba: lunedì prossimo si voterà prima per l'Ema e poi per l'Eba. E' difficile prevedere il tempo che occorrerà: un alto funzionario Ue ha stimato un'ora e mezza-due ore per agenzia; l'ipotesi più ottimistica prevede l'annuncio del vincitore dell'Ema tra le 18 e le 19. Ma potrebbe andare per le lunghe: "Conviene comprare dei panini", dice un alto funzionario. L'intenzione della presidenza estone (Tallinn ha la presidenza di turno del Consiglio Ue) è quella di comunicare il risultato della votazione sull'Ema prima di procedere alla votazione sull'Eba. In definitiva, per dirla con l'alto funzionario, rien ne va plus e "che vinca il migliore".

Dai blog