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Nicola Porro: "Addio voucher, bentornato nero. Grazie a governo e Cgil"

Eliana Giusto
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"La logica tra sesso e lavoro, è la medesima: per colpire le patologie di un sistema si utilizza il bazooka, e se qualcuno ci rimane in mezzo peggio per lui. Le norme si fanno pensando agli estremi, ai conflitti, agli abusi. Oggi possiamo fare un primo bilancio sulla follia voluta dalla Cgil e, per pavidità, approvata dal governo, di abolire i cosiddetti voucher". Nicola Porro, sul Giornale, attacca sindacati e governo, numeri alla mano.  "Nel 2016 furono 1,6 milioni i lavoratori che in qualche forma ne usufruirono, per un monte di 134 milioni di voucher da 10 euro acquistati (7,5 euro entravano in tasca al lavoratore)", scrive Porro. "Possiamo dunque dire che se non fossero stati aboliti nei primi nove mesi di quest'anno avrebbero coinvolto 1,2 milioni di lavoratori" mentre i sostituti del voucher (dati di fine novembre) "hanno raggiunto poco meno di 11mila utilizzatori del libretto famiglia e circa 34mila prestatori di lavoro occasionale". Se si fanno le somme hanno quindi riguardato 45mila lavoratori. Domanda: che fine hanno fatto i restanti 1,2 milioni? La fondazione Anna Kuliscioff, grazie a Claudio Negro, continua il vicedirettore del Giornale, "ci viene in soccorso. C'è stato un boom dei contratti a chiamata. Quelli che ci riguardano sono a tempo determinato: 182mila in più rispetto al 2016", "il part time a termine ha avuto un incremento di 45mila unità. La somma fa 227mila, che su base nove mesi si riduce a 151mila". Insomma, nei primi nove mesi del 2017, "considerando i nuovi strumenti sostitutivi dei voucher e l'incremento di altre forme contrattuali", "si può ragionevolmente dire che su base annua sono scomparsi un milione di lavoratori". Ergo si sono volatilizzati 500 milioni, "non è detto che sia tutto nero", conclude Porro, "ma chi ci crede?". 

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