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Sergio Marchionne, il retroscena su John Elkann: perché ha silurato il manager Altavilla

Gino Coala
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Sono state ore di grande fibrillazione in Fca quelle successive al peggioramento delle condizioni di Sergio Marchionne. Una volta chiarito che il manager non sarebbe stato in grado di svolgere il suo ruolo, John Elkann ha chiamato l'uomo che per lui rappresentava la prima scelta, l'Ad (in uscita) di Vodafone Vittorio Colao. Leggi anche: Dopo la morte di Marchionne, la batosta in Borsa: il tonfo per le semestrali A raccontarlo è un retroscena di Dagospia, secondo il quale il manager italiano avrebbe risposto con un secco rifiuto, corroborato da almeno tre ottimi motivi: "Primo - riporta il sito di Roberto D'Agostino - non sono un alcolizzato di lavoro come Marchionne, capace di trasvolare l'Atlantico due volte alla settimana. Secondo: a differenza del manager italo-canadese, io sono uno che decentra molto. Non me la sento di rivoluzionare l'organizzazione della società. Terzo: tutti si aspettano un interno al posto di comando". La risposta di Colao non avrebbe sorpreso più di tanto Elkann, anzi secondo Dagospia le sue aspettative sono state perfettamente rispettate, trovando un motivo per non cercare più un manager italiano alla guida del gruppo. La scelta è quindi caduta su Mike Manley, stimatissimo Ad di Jeep, ma non ingombrante quanto Marchionne. L'uomo giusto per le mire di Jaky che avrebbe tutte le intenzioni di prendere in mano il comando di Fca. Leggi anche: Marchionne, l'indiscrezione di Dagospia sulla guerra in Fca: perché Elkann ha fatto fuori il suo uomo Poco prima della nomina di Manley però restava un ultimo tassello da sistemare, cioè una chiacchierata con il candidato principale alla successione di Marchionne: Alfredo Altavilla. Il responsabile Fca per l'Europa, Italia compresa, è stato 14 anni al fianco di Marchionne, calcandone stile e carattere. Per questo il colloquio con Altavilla sarebbe stato molto tempestoso. Elkann gli ha comunicato che "secondo un sondaggio non saraebbe stato accettato come leader nel gruppo", considerando poi i risultati strabilianti portati da Manley alla guida di Jeep. Al siluramento Altavilla avrebbe reagito con particolare rabbia. La risposta del manager è stata secca: "Come un cassetto chiuso con una ginocchiata: mi dimetto". Elkann ha provato a frenarlo, chiedendogli di rimandare la decisione di qualche giorno, visto che proprio in quelle ore l'incertezza era tanta e Marchionne era sostanzialmente in coma. Niente da fare, Altavilla ha diffuso la notizia trasportato dalla furia, con i relativi cali in Borsa inevitabili al lunedì successivo.

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