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Pensioni, con il ricalcolo tagli fino al 25%: le vere cifre della rapina grillina

Davide Locano
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Quasi duecentomila pensionati avranno di che preoccuparsi se il disegno di legge che approderà in settimana prossima alla commissione Lavoro alla Camera, dovesse passare. E' stato infatti presentato il nuovo testo del disegno di legge (Movimento Cinque Stelle), per ricalcolare le pensioni in vigore di quanti oggi incassano 4.500 euro netti al mese (circa 90mila euro lordi l'anno). Ricalcolo che potrebbe comportare un taglio fino al 25% dell'assegno (stime PensioniOggi). Con mancate uscite per le casse dello Stato di circa 115 milioni (stime Società ricerca Tabula). Se la soglia fosse stata fissata a 4mila euro il risparmio sarebbe stato pari 200 milioni di euro. Leggi anche: Pensioni d'oro, su chi si abbatte la mannaia grillina NESSUN RECUPERO Se è vero che il disegno di legge non interviene sugli assegni già incassati, è scontato che non ci saranno dei veri e propri risparmi per i conti pubblici. Secondo l'idea dei grillini «le risorse liberate saranno destinate alle pensioni di cittadinanza»: integrazione delle pensioni minime e delle pensioni sociali. Ma stando ai prudenti calcoli dell'esperto previdenziale Alberto Brambilla (consigliere della Lega in materia pensionistica), portare a 780 euro mensili nen 4,5 milioni di pensioni che oggi stanno sotto questa soglia costerebbe almeno 12 miliardi di euro in più. Quindi il rischio è di attuare una riforma per equità, salvo poi mettere a rischio il sistema pensionistico e comunque caricare sulle future generazioni un debito previdenziale insostenibile. Tanto più che gli assegni più bassi, per la maggior parte (oltre 4 milioni), rientrano proprio nel campo assistenziale, vale a dire elargizioni a chi non ha versato neppure un contributo. Ma gli esponenti grillini vanno avanti senza tentennamenti: e assicurano che le pensioni che oggi si attestano intorno ai 450 euro mensili saranno portate a quota 780 euro. «È un segnale importante nella nostra lotta agli sprechi», scandisce la capogruppo del M5S in commissione Lavoro, Maria Pallini, che parla di «una misura necessaria per ristabilire il giusto equilibrio» E quindi «non verrà dato nemmeno un euro in più di quello che è dovuto a ciascuno di questi pensionati». Probabilmente la soglia di intervento - nel dibattito parlamentare - sarà destinata a variare. Ma il sottosegretario a Palazzo Chigi, Giancarlo Giorgetti, ha già puntualizzato che il taglio ci sarà per chi incassa «cinquemila euro». BASTA PRIVILEGI Mazzata in arrivo - sollecitata più volte dal presidente dell'Inps Tito Boeri - pure per i dirigenti sindacali. Viene introdotto il principio che le contribuzioni aggiuntive versate dalle organizzazioni sindacali - destinata ad integrare la contribuzione figurativa o effettiva versata a favore dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato, dirigenti sindacali o componenti degli organismi direttivi statutari delle confederazioni ed organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative nel comparto o area di riferimento - non siano più utile ai «fini della determinazione della quota principale di pensione. In teoria sarebbe previsto anche il ricalcolo dei trattamenti degli organi costituzionali e di rilevanza costituzionale (Parlamento, Quirinale, Corte costituzionale, governo e magistratura). Peccato i firmatari del ddl non abbiano tenuto conto che molti di questi organi dello Stato siano sostanzialmente intoccabili (“autodichia”), e possano decidere in materia autonoma su retribuzioni e pensioni. Sempre ieri l'Inps ha proposto di aiutare Palazzo Madama nel ricalcolo dei vitalizi (risparmi per 12 milioni), e di allargare il riconteggio anche ai consiglieri regionali (55 milioni), che andrebbero a sommarsi ai 40 milioni della Camera. Senza considerare gli inevitabili ricorsi. di Antonio Castro

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