Tria con Draghi sullo spread
Roma, 27 ott. (AdnKronos) - "E' chiaro che lo spread a questo livello è dannoso". A dirlo è il ministro dell'Economia Giovanni Tria in occasione della festa del quotidiano 'Il Foglio' a Firenze. "Draghi ha detto la realtà come banchiere centrale. Non ha detto niente di strano. Ma come facciamo a farlo scendere? Basta abbassare il deficit al 2,2%. Può contare nei rapporti con Europa, ma i decimali non credo preoccupano i mercati". Ad alimentare lo spread non sono i fondamentali dell'economia o i numeri della manovra ma, sottolinea il titolare del dicastero di Via XX Settembre, "l'incertezza politica su dove va il Paese". "La domanda che gli investitori si fanno è: vuole rompere con l'Europa o no? Bisogna giudicare i fatti, le cifre. La cifra stanziata per il reddito cittadinanza è di 9 miliardi inferiore ai 10 miliardi degli ottanta euro. La verità è che i mercati avvertono un'incertezza su dove va il Paese". LA MANOVRA - Quanto alla manovra, fa notare che "nessuno può giudicare solo con un trimestre". "La spesa pubblica si tiene sotto controllo sempre. La spesa la conosciamo mese per mese, mentre il gettito ha scadenze diverse. E la crescita non si misura in tempi brevi". 'Non vedo pessimismo sui tassi crescita, viene contestata nostra previsione - conclude il ministro Tria -. Tutti dicono che bisogna abbassare toni, ma c'è bisogno di lucidità di giudizio. Il precedente governo stimava nel 2019 l'1,4%, noi abbiamo stimato 1,5%. Se non ci sarà crescita così, ci sarà un deficit del 2,8%. E' un deficit normale in una manovra espansiva". LE OPERE PUBBLICHE - Gli investimenti pubblici sono importanti, dice il ministro Tria, facendo notare che "la carenza di investimenti pubblici riguarda tanti Paesi in Europa e negli Stati Uniti". "Nel bilancio dello Stato ci sono soldi per gli investimenti, ma non riusciamo ad attivarli. Stiamo cercando di superare questa difficoltà. Dobbiamo togliere gli intoppi. Si è distrutta la capacità della pubblica amministrazione di fare progetti. Stiamo cercando di fare una struttura centrale di alto livello per farlo. Devono ripartire i cantieri, non si possono tenere bloccate le opere pubbliche". ALITALIA - "Abbiamo tre commissari, ma non ho visto ancora un piano industriale" ha detto il ministro dell'Economia. "C'è -ha detto- un prestito ponte di 900 milioni che deve essere restituito. Perciò bisogna consultarsi con l'Ue per fare in modo che ogni decisione sul prestito sia presa in accordo con l'Unione e nel rispetto degli impegni presi dall'Italia quando è stato autorizzato il prestito". Tria ha poi comunque sottolineato che "occorre evitare la liquidazione di Alitalia" in quanto per il nostro Paese è "utile avere una compagnia efficiente". Quanto all'ipotesi dell'intervento di Fs nel capitale di Alitalia Tria ha spiegato che "il consiglio d'amministazione della società del Tesoro farà le sue valutazioni in autonomia". L'EUROPA - "Il vero problema dell'Europa è non avere un centro politico discrezionale - sottolinea -. Quello che sta accadendo in Europa non è colpa dell'Italia. Dipende dal fatto che l'Europa non è al passo con il resto del mondo. L'Europa sta perdendo di vista le ragioni dello stare insieme, alcuni Paesi dicono no a qualunque proposta".