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Pensioni, il piano di Alberto Brambilla: come risparmiare e archiviare le politiche di Tito Boeri

Davide Locano
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I pilastri - seppure "alleggeriti" nel conto economico - restano sempre gli stessi: reddito di cittadinanza e quota 100 per le pensioni. Ieri i due azionisti di maggioranza del governo (Matteo Salvini e Luigi Di Maio), hanno ribadito che le due riforme partiranno tra febbraio e marzo. Se sul reddito di cittadinanza si sta ancora studiando come limitare l' impatto economico (e restringere dai 5,6 milioni di cittadini la platea dei potenziali beneficiari), sui "pensionandi" la pratica è più avanti. E in mano al professor Alberto Brambilla, grande esperto in materia previdenziale e da poche settimane consulente della Presidenza del Consiglio proprio in materia. Leggi anche: Pensioni, il maxi-taglio: ecco chi viene rovinato USCITE ANTICIPATE Brambilla ha già messo in piedi un meccanismo che consentirà al governo di rivendicare (soprattutto con Bruxelles) «la sostenibilità» di quota 100. Vengono impostate delle finestre di uscita per premiare i più penalizzati dal rinvio scattato con la riforma Fornero. Saranno quattro finestre in 24 mesi, facilitando il lavoratore che è stato maggiormente penalizzato dalla legge Monti-Fornero, rimanendo al lavoro più del previsto. Per il docente universitario - per evitare che i conti pubblici possano risentire di potenziali 500mila domande - si potrebbe dare la precedenza a quanti, a fine dicembre 2018, «abbiano raggiunto i requisiti richiesti (62 anni età e 38 contributi)». Semplificando: «Per quelli bloccati da più di 24 mesi al lavoro, l' uscita sarebbe ad aprile 2019. Per quelli bloccati da almeno 18 mesi a settembre 2019, per quelli bloccati da 12 mesi, nel primo trimestre 2020, per quelli da 6 mesi, l' uscita sarà entro settembre 2020», sintetizza Brambilla. Spalmando così in due anni l' accesso alla quiescenza per «tutte quelle categorie di lavoratori che la Fornero ha penalizzato, obiettivo primario del vicepremier Salvini», ricorda l' animatore del pensatoio "Itinerai Previdenziali". Brambilla - più volte indicato come futuro presidente dell' Inps a febbraio 2019 - lancia la proposta di rivedere il meccanismo dell' Ape (Anticipo pensionistico), che non ha funzionato brillantemente per i paletti imposti dal precedente governo. L'idea è di coinvolgere nella riedizione dell' Ape i Fondi esuberi (come quello dei bancari), e i sindacati centrando così l' obiettivo di alleggerire di circa 50mila addetti le imprese dai lavoratori più anziani. Per scoraggiare la platea dei nuovi pensionati ad anticipare (e ridurre l' esborso), Brambilla suggerisce di evitare «il divieto di cumulo che favorisce solo il lavoro nero». CUMULO CON IL REDDITO Già in passato era stata favorita la permanenza in servizio dei lavoratori alle porte della pensione consentendo l' integrazione del reddito con parte dei contributi per coloro che avevano già raggiunto i requisiti. Il lavoratore più specializzato incassava un assegno maggiorato e l' azienda risparmiava una quota di contributi (circa il 30 per cento). E invece di trovarsi con una penalizzazione si portava a casa un assegno più corposo. E non finiva per fare consulenze "fantasiose" per evitare rincari fiscali. Nel frattempo la legge di Bilancio marcia con diversi stop and go al Senato. Ieri è saltata in extremis la possibilità di rottamare anche le tasse locali come Imu e Tasi mentre è arrivata l' attesa moratoria (al 30 settembre), delle sanzioni sulla fatturazione elettronica. Il decreto legge fiscale, collegato alla manovra, viaggia così verso il via libera a Palazzo Madama. Per oggi è atteso il primo sì, poi domani il testo passerà alla Camera. di Antonio Castro

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