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Boschi, bomba Etruria sul papà di Maria Elena: una maxi-multa, quanto deve sborsare

Giulio Bucchi
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Prima Matteo Renzi i cui genitori sono finiti agli arresti domiciliari. Ora Maria Elena Boschi con la multa di Banca d' Italia confermata a papà. Una brutta storia, questa, ma poteva andare molto peggio. Resta il fatto che gli attuali non sono certamente giorni facili per quella che è stata la coppia ministeriale più potente al crepuscolo della Seconda Repubblica. La Corte di Cassazione, ieri, ha reso definitiva la pena pecuniaria che gli ispettori di Ignazio Visco hanno inflitto a Luciano Nataloni, Pier Luigi Boschi e Andrea Orlandi. Facevano tutti parte del consiglio di amministrazione di Banca Etruria al momento del fallimento. Il papà di Maria Elena rivestiva la carica di vicepresidente Con una sentenza depositata ieri, la seconda sezione civile della Suprema Corte ha rigettato i ricorsi degli imputati. A questo punto non c' è più nulla fare: Nataloni dovrà pagare 156mila euro, Boschi e Orlandi 144mila ciascuno. Leggi anche: Boschi, si mette male. Di Maio affonda: "Commissione sulle banche" Percorso a ostacoli - Si tratta ora di vedere se lo faranno per davvero visto che, in una delle ultime dichiarazioni pubbliche il papà di Maria Elena, super-madrina della riforma istituzionale bocciata da referendum di dicembre 2016, aveva dichiarato di non avere più nulla. La Vigilanza, dopo una serie di ispezioni risalenti al 2013, aveva rilevato «violazioni delle disposizioni sulla governance», «carenze nell' organizzazione e nei controlli interni», «nella gestione e nel controllo del credito», nonché «omesse e inesatte segnalazioni all' autorità di vigilanza». In ogni caso per Pier Luigi Boschi si tratta di una condanna accettabile. È riuscito, infatti, a evitare lo scoglio più grosso rappresentato dal coinvolgimento nella bancarotta dell' istituto. È fuori anche dall' altro processo sulle false comunicazioni nel prospetto destinato ai risparmiatori. Va verso l' archiviazione, infine, l' inchiesta relativa alla liquidazione dell' ex direttore generale della banca Luca Bronchi. Sono tutti segni che la posizione giudiziaria di Boschi si sta progressivamente alleggerendo. Insomma, del gran polverone di quattro anni fa resta sempre meno. A dare una luce diversa alla stagione dei crac bancari ha contribuito la sentenza del Tribunale della Ue che ha annullato le direttive della Commissaria europea all' Antitrust Margarethe Vestager. I giudici comunitari hanno stabilito, a proposito di Tercas (salvata da Banca Popolare di Bari) che l' intervento del Fondo Interbancario non poteva configurarsi come aiuto di Stato.S significa che l' intervento era regolare e la Vestager aveva sbagliato a fermarlo. Gli errori della Ue - Il Fondo interbancario era stato bloccato anche nell' operazione di salvataggio di Cariferrara. Difficile dire se sarebbe stato in grado di tirare fuori dai guai anche Banca Marche, Carichieti e la stessa Etruria. Resta il fatto che lo stop della Vestager aprì le porte al fallimento di queste banche provocando una generale sfiducia nel sistema bancario italiano. Lungo quella china sono scivolate Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. In tutta questa gigantesca partita ha finito per essere coinvolto anche Pier Luigi Boschi. A questo punto più per il nome che porta che per gravi responsabilità. La multa della Cassazione conferma solamente i risultati di una ispezione della Banca d' Italia che, nel 2013, aveva rilevato dei buchi nel sistema di governo di Banca Etruria. di Nino Sunseri

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