Rimborsi, rischio altro stop
Roma, 4 apr. (AdnKronos) - Non trova pace il decreto attuativo che sbloccherebbe i rimborsi ai risparmiatori truffati dalle banche, previsto per oggi in Cdm. Alla base di un nuovo possibile stop al documento, salvo accordi in extremis, c'è ancora la differente visione che il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, avrebbe questa volta espresso ieri ai due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini sulla norma 'scudo', quella che solleverebbe i funzionari del Mef dalle responsabilità in caso di procedura di infrazione da parte della Ue per i rimborsi. A quanto apprende, infatti, l'Adnkronos da fonti ben informate, a spingere il ministro Tria a un nuovo possibile no alla firma c'è la recente sentenza della Cassazione che impone a tutte le amministrazioni pubbliche di disapplicare qualsiasi normativa che vada in contrasto con quelle dell'Unione europea. La clausola che salverebbe i tecnici del Mef è nazionale e quindi potrebbe non avere valore davanti all'accusa di un danno erariale da parte della Corte dei Conti. Secondo quanto spiegano ancora le fonti, per trovare una soluzione il titolare del dicastero di via XX settembre avrebbe proposto, anche dopo essersi consultato a più riprese con la commissaria Vestager, di reinserire nel testo del decreto una qualche forma di arbitrato, che però implicherebbe la riscrittura del documento e quindi l'impossibilità che questo sia inserito oggi nel decreto crescita. Alla proposta della reintroduzione dell'arbitrato, la risposta di Di Maio e Salvini sarebbe stata negativa, per non tradire le aspettative dei risparmiatori che attendono un rimborso e che oggi potrebbero veder finalmente giungere in porto la promessa che l'esecutivo ha fatto dal primo giorno.