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Giulio Tremonti e il rischio di golpe finanziario: perché ora siamo sotto schiaffo dei "quattro gnomi"

Giulio Bucchi
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Si continua a parlare di voto anticipato in autunno, ma molti sembrano sottovalutare un elemento cruciale: "Affrontare il mese di agosto con un governo dimissionario, con pochi scambi sul mercato, mette i nostri titoli di Stato nel mirino della speculazione". Secondo Augusto Minzolini sul Giornale è questo il monito lanciato da Draghi e Cottarelli al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Una crisi risveglierebbe gli incubi già paventati dal sottosegretario Giancarlo Giorgetti lo scorso agosto su Libero, i fantasmi di un "golpe finanziario" stile 2011. Leggi anche: "Cosa mi confessò un leader della sinistra". Tremonti e finanza. il suicidio dei compagni Un anno fa, ricorda Minzo, "lo spread partì da quota 233 e arrivò a fine mese a 285, ieri era già a 276 dopo aver superato i 290 punti nei giorni scorsi". E qui interviene Giulio Tremonti, storico ministro dell'Economia dei governi Berlusconi, che la tempesta perfetta del 2011 la ricorda bene e ha qualche consiglio da dispensare a Conte, Tria, Salvini e Di Maio: "Io la legge di bilancio la facevo a luglio, lasciando poi la definizione delle tabelle all'autunno, proprio per non prestare il fianco ai quattro gnomi". I quattro gnomi, nel gergo della finanza, sono gli speculatori che si muovono con disinvoltura nella sala macchine dei mercati internazionali, scommettendo sulla crisi dei titoli e, in alcuni casi, sul fallimento di Stati.

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