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Manovra, detrazioni fiscali nel mirino: tagliate quelle sopra i 100mila euro, "ricchi" nel mirino

Davide Locano
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La bomba, alla fine, è esplosa. Al primo test significativo, il fragile equilibrio che tiene insieme M5s, i Dem, Leu e i renziani è andato in frantumi. Tasse, quota 100, cuneo fiscale, salario minimo. Ognuno ha le sue priorità. E a poche ore dal Cdm che avrebbe dovuto licenziare il primo Documento programmatico di bilancio dell'era giallorossa il premier Giuseppe Conte, dopo una giornata passata in Irpinia, ha dovuto prendere atto che la quadra è ben lontana dall'essere trovata. Tutto rinviato ad oggi, termine obbligato entro il quale bisogna inviare i saldi della manovra a Bruxelles. Leggi anche: Manovra, Giuseppe Conte stacca il telefono Resta da vedere se 24 ore basteranno a smussare gli spigoli. Le distanze sembrano ancora ampie. I grillini hanno puntato i piedi su Quota 100, che Matteo Renzi vorebbe chiudere da un giorno all'altro e i Dem depotenziare, e sul salario minimo, che imporrebbe di usare una parte del cuneo fiscale per compensare le imprese dei maggiori oneri provocati dagli aumenti salariali. Nel caos del confronto, tra annunci e smentite, l'unica cosa che si intuisce con un buon grado di certezza è che i soldi delle coperture saranno presi dalle tasche dei contribuenti. Stop alle detrazioni per i più ricchi, tassa sulla fortuna, rincari sul fumo e una plastic tax, un nuovo balzello sugli imballaggi e contenitori di plastica inquinanti per spingere abitudini green, sono solo alcune delle novità in campo fiscale. Ma il menè è fitto. Ci sono alcune imposte onnipresenti a ogni sessione di bilancio, come quelle su tabacchi e giochi, mentre altre che rispondono alla nuova anima ecologista della coalizione. Tra le ipotesi è circolata anche quella di un aumento delle accise sul diesel, che ha trovato, al momento, il muro di Italia Viva. E una sulle sim aziendali che invece, incontra la netta contrarietà M5s. QUADRO CONFUSO Ancora confuso il quadro sulle detrazioni. Si torna a parlare della possibilit per i cittadini di scaricare dalle tasse la ricevuta del parrucchiere o dell'idraulico, o il conto del ristorante, ma solo se si opterà per il pagamento con carte e bancomat. Archiviata l'ipotesi di cashback su tutti gli acquisti con moneta elettronica, si fa strada infatti una nuova detrazione (al 10% o al 19%) su una serie di nuove spese, in aree «più a rischio evasione», di cui beneficerà solo chi fa pagamenti tracciabili. Anche le altre detrazioni, quelle già in vigore, dalla scuola o lo sport per i figli, alle spese mediche a quelle per i funerali, potrebbero essere legate alla tracciabilità della spesa, sulla falsariga di quanto già accade con i vari bonus per le ristrutturazioni edilizie. Ecobonus, bonus sui lavori e anche sulla risistemazione del verde dovrebbero essere prorogati di due anni, così come si dovrebbe allungare la scadenza (ora prevista al 2021) per il bonus rinforzato per gli interventi antisismici. Molto insidiosa è la revisione delle tax expenditures, che legherà gli sconti al reddito: le detrazioni dovrebbero iniziare a ridursi per i redditi oltre i 100-120mila euro per azzerarsi per i super-ricchi. Un intervento che viene ovviamente definito di “equità” fiscale che riguarderebbe solamente “l'1% dei contribuenti” che ricadono nelle fasce più alte di reddito, ma che rischia di far male ad una buona fetta di ceto medio. Gli effetti sui conti pubblici, comunque, saranno solo a partire dalle dichiarazioni 2021 sui redditi 2020. In cambio ci sarebbe una mancetta per i pensionati: la rivalutazione piena degli assegni passerebbe da 1.500 a 2.000 euro (da 3 a 5 volte il minimo). Il puzzle delle coperture, comunque, è ancora in alto mare. A tarda sera il ministero dell'Economia ha annunciato che nel decreto fiscale è prevista una maxi proroga al 2020 dei versamenti per le partite Iva. Un gioco contabile che vale 3 miliardi e aiuterebbe a coprire una parte del buco. a pagare le ultime poste previste.  Sul fronte delle spese, per ora, si contano un aumento da circa 300 milioni della dote per il taglio del cuneo fiscale (che passerebbe da 2,7 a 3 miliardi), i fondi per eliminare il superticket (circa 500 milioni) e i 900 milioni aggiuntivi (Nel biennio 2020-21) per il rinnovo del contratto del pubblico impiego. di Sandro Iacometti

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