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Ue: "Spesa pubblica in crescita per reddito e quota 100"

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AdnKronos
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Bruxelles, 7 nov. (AdnKronos) - Il deficit nominale dell'Italia dovrebbe rimanere al 2,2% del Pil nel 2019, come nel 2018, per poi salire al 2,3% nel 2020 e al 2,7% nel 2021. Lo riportano le previsioni economiche d'autunno della Commissione Europea, diffuse oggi. Quest'anno le entrate del governo dovrebbero beneficiare di "un mercato del lavoro resiliente e di alcuni cambiamenti al regime fiscale introdotti con la manovra del 2019". Al tempo stesso, "gli sviluppi negativi sui mercati finanziari nel 2018 hanno frenato gli introiti fiscali legati ai capital gain", a causa dei bassi corsi dei titoli. La spesa pubblica "è prevista in crescita, dopo l'introduzione di uno schema di reddito minimo e di alcune norme che ampliano le possibilità di pensionamento anticipato". Nel 2020, il deficit salirà al 2,3%, poiché il reddito di cittadinanza e quota 100 "inizieranno a mostrare pienamente il loro costo annuo a partire dal 2020, aumentando la spesa pubblica". Le proiezioni includono "il rinnovo dei contratti del pubblico impiego per il 2019-2021", che dovrebbe essere concluso entro fine 2020, "aumentando la spesa per salari nel 2020". Una revisione delle spese per 1 mld, compresa nelle clausole di salvaguardia, "aiuterà a contenere l'aumento della spesa". La riduzione delle tasse sul lavoro e l'indebolimento atteso del mercato del lavoro dovrebbero pesare sul gettito, che però dovrebbe beneficiare della "revisione delle imposte ambientali" e da "misure adottate in passato contro le frodi fiscali", come la fatturazione elettronica. Anche le misure antifrode previste nella manovra 2020 "dovrebbero sostenere il gettito", anche se i relativi proventi sono "soggetti a qualche incertezza". Nel 2021 il deficit dovrebbe salire ulteriormente al 2,7%, a causa di alcune misure "previste nella manovra 2020", come "la riduzione ulteriore del cuneo fiscale" sul lavoro e "un maggiore sostegno agli investimenti pubblici e privati". Considerate le esperienze passate, la previsione "non include l'aumento delle aliquote Iva già legislato come clausola di salvaguardia per il 2021". Il deficit strutturale migliora nel 2019 al 2,2%, dal 2,4% del 2018, per poi salire al 2,5% nel 2020 e al 2,9% nel 2021. Quanto alla disoccupazione, dovrebbe restare stabile al 10% in Italia nel 2019-21, mentre nell'area euro dovrebbe calare dal 7,6% del 2019 al 7,3% del 2021. Secondo le previsioni della Commissione Europea, il tasso di disoccupazione nel nostro Paese dovrebbe calare dal 10,6% del 2018 al 10% quest'anno, per poi rimanere fisso al 10% nei due anni successivi. Finora, osserva la Commissione, "il mercato del lavoro è rimasto resiliente davanti al rallentamento dell'economia; tuttavia, gli ultimi dati indicano un deterioramento", che "probabilmente spingerà i datori di lavoro a tagliare posti o a ricorrere a forme di lavoro temporaneo, come indica il crescente numero di lavoratori coperti dalla Cassa Integrazione Guadagni". E' "improbabile" che il tasso di disoccupazione cali, anche perché il reddito di cittadinanza "probabilmente spingerà più persone a registrarsi ufficialmente come disoccupate". Si tratta di un effetto tecnico previsto fin dall'introduzione della misura, che in teoria potrebbe essere positivo. LE REAZIONI - "Anche l'Europa boccia senza appello il reddito di cittadinanza grillino - afferma in una nota Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera - La Commissione europea, nelle previsioni economiche d'autunno, analizza la difficile situazione del mercato del lavoro italiano, sottolineando come quest'ultimo si stia ulteriormente 'deteriorando'. Il 'numero dei senza lavoro difficilmente calerà - scrive l'Ue - anche a causa del nuovo reddito di cittadinanza che indurrà progressivamente più persone a registrarsi come disoccupate'. Per creare lavoro e stimolare la crescita non servono passivi sussidi di Stato e nuove tasse, servono aiuti concreti alle imprese, investimenti, infrastrutture, e un deciso taglio della pressione fiscale. Il governo giallorosso, infarcito da mille contraddizioni, non è in grado di far ripartire il Paese". “Anche la Commissione Ue imputa al reddito di cittadinanza la crisi del mercato del lavoro in Italia - sottolinea in una nota anche la vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato, Licia Ronzulli - Forza Italia lo ha detto in tutti i modi, ha fatto una dura opposizione alla misura e ha più volte proposto di superarla per destinare quelle risorse al taglio del cuneo fiscale e a politiche in grado di rilanciare i livelli occupazionali. Ci auguriamo che questa bocciatura senza appello dell'Europa, in piena sessione di bilancio, riporti il governo con i piedi per terra. Bisogna superare questa forma sfrenata di assistenzialismo statalista, che gli italiani pagano con una pressione fiscale da record, per mettere in campo misure a favore di imprese e famiglie”.

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