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Evasione fiscale in Italia: tutti i numeri

Andrea Tempestini
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Una lunga serie di cifre, impressionanti. Numeri che fotografano il male dell'Italia: l'evasione fiscale. Elementi messi nero su bianco da Stefano Livadiotti nel libro Ladri - Gli evasori e i politici che li proteggono, un saggio del giornalista de L'Espresso, presentato dal settimanale, che cerca di individuare i colpevoli di un buco nei conti dello Stato che, ogni anno, vale 180 miliardi di euro. Una voragine di proporzioni inimmaginabili, che fa impallidire al pensiero che la politica, negli ultimi mesi, si è affannata, e scannata, per trovare i 2-4 miliardi necessari per cancellare - per un anno - l'Imu, la tassa sulla prima casa. Le fasce - L'Italia, con i suoi 60milioni malcontati di abitanti, ha l'1% della popolazione mondiale, ma realizza il 3% del prodotto interno lordo globale e detiene il 5,7% della ricchezza del pianeta. Eppure, stando alle dichiarazioni fiscali, i nostri connazionali non appaiono affatto così ricchi: su 41.320.548 contribuenti (i dati citati nel libro sono relativi all'anno di imposta 2011) solo lo 0,1% - ossia uno ogni mille - denuncia più di 300mila euro. Il 62,89% sta sotto i 26mila euro, e il 27% grazie a deduzioni e detrazioni non paga nulla. Così, in Italia, il rapporto tra ricchezza e reddito dichiarato è 1 a 8. Tanto per intendersi, negli Stati Uniti, prima economia mondiale, il rapporto è 5,3. Dunque gli americani avrebbero a disposizione un reddito minore: c'è qualcosa che, evidentemente, non torna. La stima - In Italia, un dato ufficiale e complessivo sull'evasione, non esiste: la politica sino ad ora non lo ha ritenuto necessario. Le stime, così, le ha fatte il britannico Richard Murphy, fondatore di Tax Justice Network, un uomo inserito da International Tax Review nell'elenco delle 50 persone più influenti al mondo in materia di fisco. Secondo mister Murphy, i soldi sottratti ogni anno alle casse dello Stato sono 180,2 miliardi di euro. Una cifra enorme, eppure la guerra al nero non è senza quartiere: su 5 milioni di contribuenti sospetti, i controlli sono stati 200mila. Inoltre, chi viene "pizzicato" ad evadere, trova in una giustizia-lumaca il suo migliore alleato: per il primo grado di giudizio occorrono 903 giorni. Inoltre, solo l'1,7% di chi viene denunciato per reati tributari viene poi arrestato. Tutti perdonati - La maggior parte del sommerso, secondo le statistiche citate da Livadiotti, arriva dai lavoratori autonomi, tra i quali il tasso di evasione è pari al 56,3 per cento. Per lavoratori dipendenti e pensionati evadere è pressoché impossibile: le tasse vengono prevelate direttamente in busta casa e dunque non riescono a frodare il Fisco (e infatti l'82% del gettito complessivo arriva proprio da loro). Infine una cifra piuttosto significativa, che dimostra l'alto livello di tolleranza della politica nei confronti di chi cerca di dribblare le regole imposte dall'Erario: in 34 anni, tra il 1970 e il 2004, sono stati approvati 32 condoni di vario genere. Così, oggi, ci troviamo ad avere iperuranici livelli di pressione fiscale (quella reale è oltre il 50%), ma a pagare sono sempre, e solo, i soliti noti.

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