Istat, la spesa degli italiani indietro di dieci anni

di Lucia Espositodomenica 13 luglio 2014
Istat, la spesa degli italiani indietro di dieci anni
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Nel 2013, la spesa media mensile  per famiglia è pari, in valori correnti, a 2.359 euro (-2,5% rispetto all’anno precedente). Tenuto conto dell’errore campionario (0,6%) e della dinamica inflazionistica (+1,2%), la spesa è diminuita anche in termini reali. Lo rileva l’Istat. Il valore mediano della spesa  mensile per famiglia risulta pari a 1.989 euro con una diminuzione del 4,3% rispetto al 2012, a conferma di quanto già osservato per la spesa media. La spesa per alimentari è sostanzialmente stabile, passa da 468 a 461 euro, nonostante la diminuzione significativa di quella per la carne (-3,2%) e la messa in atto di strategie di contenimento della  spesa. Scarpe e vestiti - Nel 2013 continua a diminuire la spesa per l’abbigliamento e le calzature (da 120 euro a 109 euro), che ormai rappresenta il 4,6% della spesa totale. Nonostante il calo sia più marcato nel Nord (dal 4,8% si scende al 4,3%), è nel Mezzogiorno che più frequentemente si cerca di ridurre tali spese: più di un quinto delle famiglie dichiara di aver diminuito, rispetto all’anno precedente, la quantità di vestiti e scarpe acquistati e di essersi orientato verso prodotti di qualità inferiore (contro un 17,2% osservato a livello nazionale). Sempre nel Mezzogiorno, aumenta, dal 17% del 2012 al 18,8% del 2013, anche la quota di famiglie che li acquista al mercato (dal 13,6% al 15,6% a livello nazionale). Mobili e  elettrodomestici - La quota di spesa per arredamenti, elettrodomestici e servizi per la casa si contrae ancora (dal 5,1% del 2011, scende al 4,8% del 2012 e al 4,6% del 2013), a seguito della diminuzione delle spese per elettrodomestici (lavastoviglie, lavatrice, frullatori, ferri da stiro, eccetera), per mobili e per personale domestico, in particolare quello per assistenza ad anziani e disabili. Tempo libero e cultura - La progressiva diminuzione caratterizza anche la spesa per il tempo libero e la cultura (la quota dal 4,2% del 2011 passa al 4,1% del 2012 e al 4% del 2013); le famiglie riducono soprattutto la spesa per praticare attività sportive e per l’acquisto di articoli sportivi, per cinema, teatro, giornali, riviste, libri, giocattoli, lotto e lotterie. In lieve diminuzione anche le spese per gli abbonamenti televisivi. Nel 2013, a seguito della diminuzione del prezzo dei carburanti, diminuisce la quota di spesa destinata ai trasporti (pari al 14,2%) che, dopo l’aumento osservato nel 2012 (quando si era attestata al 14,5%), torna sui livelli del 2011; l’andamento è più accentuato nel Nord (dal 15,3% al 14,7%) ed è dovuto anche alla riduzione delle spese per la manutenzione e la custodia dei veicoli, per l’acquisto di automobili sia nuove sia usate e per i biglietti aerei. La casa - Nel 2013, il 16,7% delle famiglie vive in un’abitazione presa in affitto (erano il 16,9% nel 2012 e il 18% nel 2011), sostenendo una spesa media mensile pari a 394 euro, variabile tra i 445 euro delle regioni del Centro e i 313 euro del Mezzogiorno. Tra le famiglie che vivono in abitazioni di proprietà (il 73,4%), il 16,6% paga un mutuo, quota pressoché stabile rispetto all’anno precedente. Questa voce di bilancio (che interessa poco più di 3 milioni di famiglie), pur non essendo una spesa per consumi (configurandosi piuttosto come un investimento), rappresenta un’uscita consistente pari, in media, a 499 euro al mese, che sale a 510 euro nel Nord e a 533 euro nel Centro.