Corte dei Conti: revisione della spesa pubblica non più differibile

La magistratura contabile: pressione fiscale 3% in più rispetto alla media Ue
domenica 30 giugno 2013
Corte dei Conti: revisione della spesa pubblica non più differibile
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Roma, 27 giu. (Adnkronos) - "Un disegno organico di revisione della spesa pubblica appare non più differibile". Lo sottolinea il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, nella relazione sul rendiconto generale dello Stato 2012. "La crisi economica che stiamo attraversando -osserva il presidente- pone nuove pressanti esigenze di gestione della finanza pubblica" che deve essere affiancata ad un processo di revisione della spesa e degli apparati pubblici. La revisione della spesa, inoltre, va "ripensata in funzione di un obiettivo di più lungo periodo, che non può non investire la questione della misura complessiva dell'intervento pubblico nell'economia". Secondo Giampaolino, sul fronte della razionalizzazione della spesa, è necessario procedere con "modalità di indagine in grado di scavare all'interno delle singole amministrazioni, così da predisporre le condizioni per effettuare interventi di correzione e di regolazione mirate". FISCO, PRESSIONE 3% IN PIU' RISPETTO A MEDIA UE - La pressione fiscale dell'Italia - sottolinea il presidente di sezione della Corte dei Conti, Rita Arrigoni - supera di quasi 3 punti percentuali la media degli altri Paesi dell'area Euro. La possibilità di ridurre il peso dei tributi, arrivato al 44%, "non è facile da coniugare con il rispetto degli obiettivi europei che permangono severi", osserva la magistratura contabile. Per arrivare ad una maggiore equità distributiva la Corte dei conti suggerisce delle combinazioni di tributi che "siano in grado di preservare i pur necessari impulsi alla crescita e alla competitività". Se invece l'obiettivo da raggiungere è quello di ridurre la pressione fiscale, secondo la magistratura contabile "non appare appropriato un intervento sulle agevolazioni che, in assenza di una loro riduzione ad un quadro complessivo e generale di riforma, rischiano di pregiudicare, anziché favorire, gli equilibri distributivi". FISCO, SIGNIFICATIVE DIFFERENZE TERRITORIALI PER IMPRESE E FAMIGLIE - In un contesto di difficile attuazione di federalismo fiscale "significative differenze territoriali si sono determinate nel prelievo a carico di famiglie e imprese", sottolinea Arrigoni. In particolare la magistratura contabile cita il caso delle addizionali regionali e comunali all'Irpef per le quali "la libertà di aliquota ha comportato differenze importanti, con il conseguente rischio di scelte di delocalizzazione delle imprese e delle stesse famiglie". Le trasformazioni del federalismo, secondo la magistratura contabile, "non hanno sostanzialmente modificato la realtà di una autonomia impositiva territoriale limitata e condizionata". L'aumento delle entrate risponde, infatti, "in larga misura alla necessità di compensare il venir meno dei trasferimenti o di adempiere a percorsi di risanamento concordati con il livello centrale". LAVORO, DA RECESSIONE NEFASTE CONSEGUENZE SU OCCUPAZIONE - La recessione che l'Italia sta attraversando "rende sempre più povere le categorie sociali meno abbienti e produce nefaste conseguenze sulla già drammatica situazione occupazionale". E' quanto si legge nella memoria scritta del procuratore generale presso la Corte dei Conti, Salvatore Nottola. "L'alto grado di diffusione della povertà e della disoccupazione - osserva la magistratura contabile - sta raggiungendo i livelli di guardia. All'obiettivo di tenere i conti in regola deve quindi seguire, con il massimo impegno, quello della crescita economica".