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Industria 4.0: la trasformazione digitale delle aziende nell'era del coronavirus

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Il termine Industria 4.0 venne coniato nel 2011 ed applicato ad un progetto specifico del governo tedesco che prevedeva investimenti su larga scala per l’ammodernamento di scuole, infrastrutture, enti ed aziende, mediante le potenzialità delle nuove tecnologie, al fine di elevare la competitività nazionale e sviluppare una gestione maggiormente ecosostenibile.

Il concetto di Industria 4.0 ha poi preso piede negli anni successivi a livello globale, rendendo sempre più chiaro che una realtà industriale, che vuole posizionarsi sul mercato in maniera efficace, non può prescindere da una sua componente tecnologica, né tantomeno da investimenti rilevanti nel comparto digitale. 
 

Gli obiettivi della trasformazione digitale nel campo energetico 
Anche il settore energetico, al pari degli altri, si confronta negli anni con la sfida alla trasformazione digitale, ponendo come obiettivi primari: il miglioramento della produttività, il mantenimento di elevati standard qualitativi e l’impegno costante per la difesa e la tutela dell’ambiente. Quest’ultimo punto si traduce in azioni concrete volte a diminuire le emissioni di CO2 nell’atmosfera: la produzione di energia nell’ambiente infatti, deve da una parte risultare più accessibile e dall’altra essere maggiormente clean.

Una delle principali realtà del comparto energetico che ha perseguito l’importanza dello sviluppo tecnologico nella gestione diretta degli impianti è l’azienda Eni, che da tempo investe nell’elaborazione accurata di dati in materia geologica, esplorativa e di analisi dei giacimenti. La componente digitale però, non è intesa solo come supporto per garantire la raccolta e l’analisi del dato in maniera più veloce o efficace, ma è anche una spinta evolutiva per potersi migliorare sul tema della sicurezza sul lavoro minimizzando così il rischio di incidenti. 

Il processo di digitalizzazione comporta un’elevata ottimizzazione di tutti i processi produttivi e si collega, come detto, al miglioramento della sicurezza del personale e al valore del contributo umano. In questo ambito gioca un ruolo essenziale anche la formazione professionale delle squadre di emergenza: da qui l’idea di Eni di realizzare un Virtual Reality Training che, ad integrazione del tradizionale training sul campo, consente di sfruttare tutte le potenzialità della realtà virtuale per poter svolgere esercitazioni estremamente complesse in ambiente protetto.

La partita dell'energia: il processo di decarbonizzazione
Come detto la sfida alla trasformazione digitale è finalizzata al raggiungimento di obiettivi di mercato specifici: oltre alla necessità di rendersi maggiormente competitivi c’è la necessità di sostenere e tutelare l’ambiente in cui si vive. L’uomo è posto al centro di essenziali sfide a livello ambientale, da affrontare con estrema determinazione, per assicurare un futuro migliore al proprio pianeta e alle generazioni prossime che lo abiteranno.

In questa prospettiva bisogna considerare che il settore energetico pesa più del 50% del totale delle emissioni di gas serra: il suo ruolo diventa quindi fondamentale nella lotta all’inquinamento. È per questo che proseguire verso un rigoroso processo di decarbonizzazione, volto a ridurre le emissioni di gas serra nell’aria, è un obiettivo condiviso, anche mediante accordi internazionali fra le maggiori aziende sul mercato.

Come raccontano i video della piattaforma Eni Tv la partita dell’energia è iniziata e le principali aziende del comparto energetiche sono ormai scese in campo: la stessa Eni si è prefissata il traguardo del 43% in meno di emissione di CO2 da raggiungere entro il 2025. Gli ambiti di intervento per poter raggiungere questo obiettivi sono diversi e comprendono sia le emissioni dirette, ovvero quelle generate all’interno del processo produttivo di energia, sia le emissioni indirette, che riguardano l’energia consumata.

Inquinamento e pandemia
La priorità di questi interventi è resa ancora più esplicita dalla minaccia del Covid-19, soprattutto per quanto riguarda il ruolo degli agenti inquinanti nel facilitare la diffusione di virus e batteri nell’aria. La strategia della decarbonizzazione diventa quindi un tassello importante nel limitare futuri rischi pandemici e si pone al centro delle politiche di rilancio economico all’interno anche del settore energetico.

L’evento della pandemia, infatti, ha determinato una maggiore consapevolezza nelle persone dei danni che vengono causati dall’eccessiva concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera, considerando anche il calo registrato dei valori dell’inquinamento durante il periodo del lockdown nelle metropoli del mondo con evidenti benefici (anche percepibili) in termini di qualità dell’aria. Sebbene non sia stato ancora approfondito un reale rapporto di causa-effetto, questo tema ha ovviamente incentivato nell’opinione pubblica una presa di posizione netta in materia di riduzione delle emissioni inquinanti e sulla necessità di intervenire in modo efficace con politiche industriali globali.

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