Cerca
Logo
Cerca
+

Marketing politico e advocacy: parla Emanuele Salamone

  • a
  • a
  • a

 

Secondo gli ultimi dati pubblicati da Istat, le famiglie italiane totalmente indigenti sono circa 335 mila in più rispetto al 2019: + 7,7%.  Pare quindi che il sistema Paese stia perdendo la sua capacità storica di reagire all’indigenza. Quali sono le posizioni dei partiti politici che lei ritiene più valide in questo momento?
“E’ indubbio che stiamo affrontando un momento storico unico e singolare per i fatti che conosciamo bene”- dice Emanuele Salamone, esperto di advocacy, lobbying e relazioni istituzionali-“è chiaro che con la formazione di questo nuovo governo, determinate dinamiche si siano riformulate e che i partiti oggi debbano necessariamente collaborare e coesistere tra di loro all’interno di un ecosistema che io definirei di cooperazione e resilienza. Sicuramente ci sono valide proposte sul tavolo dei decisori, si pensi che negli ultimi mesi abbiamo assistito a una battaglia sulle riaperture che sono di fatto il volano dell’economia reale: più che parlare di partiti io ragionerei sulle potenziali soluzioni che alcuni strumenti rappresentano oggi, dal recovery fund  e next generation eu del valore di circa 209 miliardi, messo a punto dal governo centrale di Bruxelles, a cui si aggiunge un incremento di ulteriori 30 miliardi per il piano di ripresa da parte dell’Italia come ha dichiaro qualche giorno fa il ministro Franco, portando di fatto a circa 239 miliardi il totale degli investimenti  il che introdurrà nella nostra economia  un booster notevole per un rilancio strutturato. Sono stati presentati programmi di sviluppo molto ambiziosi, bisogna chiaramente abbandonare le vecchie logiche di assistenzialismo strumentale e autoreferenziale e investire in programmi di crescita e di sviluppo coordinati e condivisi”.
In autunno importanti città come Milano saranno chiamate ad esprimere il primo cittadino: quali sono le prospettive dal suo punto di vista?
“Ritengo che la partita delle amministrative vada ben oltre le logiche delle elezioni, da lì si stabiliranno nuovi equilibri politici e con loro le dinamiche tra i partiti, quindi è chiaro che rappresentano il termometro della futura politica italiana: non va dimenticato inoltre che nell’agenda politica a breve si affronteranno temi caldi come la scelta del nuovo Presidente della Repubblica. Tornando alle elezioni di ottobre, Milano e Roma sono di fatto per motivi differenti due capitali italiane e sono due capitoli centrali del programma politico nazionale. Nel capoluogo meneghino, per contrastare l’attuale amministrazione, si è definita nell’area di centro destra una rosa di nomi eccellenti, che sembra essersi ristretta ulteriormente negli ultimi giorni: l’attuale inquilino di Palazzo Marino, invece, sta stringendo nuove alleanze da aggiungere alla sua corsa. Sicuramente le prossime settimane saranno decisive per delineare i confini e fugare i dubbi sospesi”.
Si parla da tempo di “marketing politico”. L'ex premier Conte lo dichiara inutile e preferisce puntare su quella che definisce "opera coraggiosa di rigenerazione”. Il segretario del PD Letta invece sceglie la cultura pop per scardinare il passato: quella che l’Espresso definisce “una strategia comunicativa per distaccarsi dall’autoreferenzialità dei palazzi”. Ma che cos’è oggi il marketing politico per lei?
“E’ vero che se ne parla spesso in questo periodo, ma le posso assicurare che sono ormai diversi anni che me ne occupo: cambiano i tempi e con loro anche i processi di comunicazione che investono tutti gli ambiti, ed anche in politica il marketing assume una centralità decisiva, dai messaggi al posizionamento alla pianificazione di una campagna elettorale efficace. Si dimostra essenziale nei diversi momenti della vita di un politico o di un partito e la ritengo un’attività funzionale che ottimizza i processi di comunicazione e li rende più efficaci. La pianificazione sta alla base di una strategia che si trasforma in tattica solo dopo un’attenta analisi dei contesti e degli scenari di riferimento: una volta fatto questo e incardinati i processi essenziali, si può definire un piano d’azione. I partiti sono delle vere e proprie aziende e gli uomini che li rappresentano la loro interfaccia, ecco perché il mktg politico assume un ruolo essenziale e dovrebbe essere delegato a figure che siano in grado di attuarlo”. 
Ha appena descritto il marketing politico, lei però è anche un esperto di advocacy e lobby, queste due attività porterebbero secondo lei a risultati sensibili nella ripresa dell’economia, in riferimento anche alla Next generation Eu?
“Il ruolo dell’advocacy ha assunto una centralità unica nelle vita delle aziende e della politica, diventando una practice essenziale nell’ottimizzazione di diversi processi. Il dialogo tra aziende e istituzioni è in questo periodo storico cruciale, e favorire momenti di confronto risulta decisivo per far performare le varie progettualità che riguardano la ripresa economica del paese e quindi anche next generation Eu. Le aziende sono il termometro dell’economia nazionale e rappresentano un tesoro unico che messo a servizio della politica, crea i presupposti per definire piani strategici, interventi mirati in alcuni settori e differenziati in altri. Per il governo degli Stati Uniti il confronto coi lobbisti è una pratica consolidata  per definire una legge prima di emanarla, anche in Europa l’attività lobbistica è inquadrata e strutturata: in Italia le logiche sono un po’ differenti, ma si stanno facendo passi avanti, e nel prossimo futuro penso che si riuscirà a regolamentare  questa attività, che ritengo essenziale nei processi legislativi e decisionali”.   
Nei suoi incarichi anche come senior advisor della Camera di Commercio dei Paesi Arabi in Italia, ritiene che i rapporti coi Paesi del Golfo siano un elemento di attenzione negli gli anni a venire?
“In un precedente articolo che ho scritto, ho esaminato alcuni aspetti essenziali di geopolitica e relazioni internazionali: penso che l’Italia idealmente debba cooperare con più Paesi possibili. Bisogna comunque fare attenzione alla mutevolezza degli scenari economici e alle economie interne dei vari Paesi. Le energie alternative, il cambio di passo verso la sostenibilità e la digitalizzazione, creano degli scenari nuovi e rendono centrali economie che fino a poco tempo non si consideravano. Sicuramente i Paesi del Golfo rappresentano un’opportunità e le relazioni con il mondo arabo vanno sostenute e incrementate per una proficua cooperazione”.
Lei è un esperto di comunicazione istituzionale e crisis management: ritiene che ci sia una ricetta a livello internazionale per uscire da questa crisi?
“Non credo che esistano ricette universali per uscire da una crisi del genere, la singolarità degli eventi che ci ha investiti ha stressato il governo centrale e ha esasperato condizioni di malessere latente che in parte esistevano già. Questo ha generato un processo di rinnovamento che in definitiva sta ridisegnando molti aspetti del nostro sistema, e che se ben interpretati, rappresentano un’opportunità unica. Il PNRR ben strutturato darà certamente una forte mano a rigenerare le economie nazionali ed il confronto tra Stato e aziende sarà propedeutico per l’attuazione di quei progetti: il tutto sotto una scrupolosa regia che tenga conto di una visione strategica di medio termine”.
 

Dai blog