Finanziaria, è scontro sul Tfr
Sacconi: "Polemiche infondate"
Si sta discutendo in queste ore, alla Camera, il testo della Finanziaria su cui presumibilmente il governo porrà la fiducia. Ed è scontro sull'utilizzo del fondo Inps per il Tfr per la copertura del cosiddetto Patto per la salute. Il Patto prevede che l'Inps continui a girare allo Stato anche per il triennio 2010-2012 gli accantonamenti del Tfr fatti dalle aziende che hanno alle proprie dipendenze 50 o più addetti (eccetto quelle che gli stessi abbiano deciso invece di destinare ai fondi pensione). Dalla disposizione non arriveranno effetti sul deficit ma "effetti positivi in termini di saldo netto da finanziare" stimati in 3,1 miliardi nel 2010, 2,6 miliardi nel 2011, e due miliardi nel 2012. La norma rinnova, di fatto, una disposizione contenuta nella Finanziaria 2007 e "perfezionata" con il decreto milleproroghe di fine 2007, nel quale veniva previsto che l'Inps girasse tali somme in un apposito capitolo di bilancio a fronte del finanziamento di una serie di interventi infrastrutturali. Le reazioni dei sindacati- Dice infatti Gugliemo Epifani (Cgil): «questo uso del Tfr presso l'Inps, questa idea di metterlo a spesa corrente, è un'occasione persa. Bisogna usarlo per sostenere l'economia». Il leader della Cgil punta il dito contro l'«uso disinvolto del Tfr» e critica il silenzio degli industriali: «Confindustria è molto forte con certi governi e molto debole con altri. Quando fu deciso il trasferimento verso l'Inps, le imprese parlarono di scippo, e l'idea migliore, allora (era la prima finanziaria del secondo governo Prodi, ndr), venne proprio a noi, utilizzare i fondi versati all'Inps a favore degli investimenti per le aziende e per le infrastrutture. Questo governo prende questi soldi e li usa a suo piacimento, per finanziare la spesa corrente e tutto quello che nel bilancio pubblico non ha la copertura». La Cisl non è da meno, e il suo segretario Raffaele Bonanni, chiede al governo garanzie, mentre dalla Uil fanno sapere che dalla Finanziaria si sarebbero aspettati «maggior coraggio soprattutto per quanto riguarda la parte fiscale, cioè un'operazione di riduzione delle tasse sul lavoro». Picchia duro anche il leader dell'Idv Antonio Di Pietro, che parla di «finanziaria ladrona fatta da ladroni politici che si fregano i soldi dal Tfr dei lavoratori per sistemare gli speculatori e gli intrallazzatori a cui va lo scudo fiscale». E ovviamente diranno no al voto di fiducia. Sacconi replica: polemica infondata- Risponde alle polemiche il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi: «Nessuna novità sostanziale, quindi nessun problema per i lavoratori. La polemica su una presunta novità relativa alla destinazione del Tfr "inoptato" dei lavoratori delle aziende con più di 50 dipendenti è manifestamente infondata e dovrebbe comunque essere rivolta al governo Prodi che ha introdotto la disciplina ora confermata. Il precedente governo prese la decisione di affidare a una gestione speciale presso l'Inps le risorse del Tfr non altrimenti indirizzate dalla libera volontà dei lavoratori. Ieri, come ora, sono quindi assolutamente garantite le erogazioni ai lavoratori. Tali risorse non sono in ogni caso destinate a coprire spese aggiuntive ma, per la parte eccedente le erogazioni, trovano solo una più corretta iscrizione contabile».