Affitti in calo del 6,5%
Ma pesa sul reddito
Fatta eccezione per Torino, Milano e Bari, nelle città italiane si abbassano i valori di locazione delle abitazioni, mediamente del 6,5%, ma un quarto del reddito delle famiglie continua ad essere impiegato per sostenere gli affitti. Lo rileva un'indagine della Uil dalla quale emerge che più del 26% del reddito netto delle famiglie italiane viene impiegato per l'affitto. L'organizzazione sindacale ha infatti redatto il IV rapporto su «Famiglia, reddito e casa» curato dal Servizio Politiche Territoriali, che confronta i valori del mercato immobiliare nel periodo precedente la crisi economica (secondo semestre 2007), con quelli registrati nel pieno della crisi (primo semestre 2009). Come per i precedenti rapporti, il campione di riferimento è una famiglia composta da due lavoratori dipendenti (condizione che sovrastima lo stato delle famiglie nell'attuale situazione di crisi), con due figli a carico, che percepisce un reddito annuo lordo pari a 36mila euro e vive in affitto in una delle città Capoluogo di Regione. Nelle grandi città, emerge dal rapporto, il costo mensile medio degli affitti ammonta a 685 euro per un totale annuo di 8.227 euro. Dal primo semestre 2007 al primo semestre 2009, i valori di locazione nelle città metropolitane risultano, in media, diminuiti del 6,5%. Fanno eccezione Torino con un aumento del 10,5%, Milano e Bari con un aumento del l'1,8%. Sono invece in calo gli affitti nelle città di Firenze (-29,14%), Genova (-26,11%), Napoli (-14,19%), Bologna (-13,26%), Roma (-2,9%), Palermo (-0,5%). Secondo il rapporto la famiglia-campione spende mensilmente il 26,4% del proprio reddito per pagare l'affitto di un appartamento di 70 mq. Spetta a Roma l'incidenza percentuale media più elevata sul reddito mensile netto, con il 64,7%, seguita da Venezia con il 56,7%, Milano con il 37,8%, Firenze con il 36,9%, Bologna con il 32,6%, Torino con il 30,3% e Ancona con il 26,1%. Le città dove invece il costo mensile medio dell'affitto incide meno sul reddito, sono: L'Aquila con il 12,9%, Potenza con il 13,9%, Catanzaro con il 14%, Perugia con il 15,3%, Palermo con il 17,1% e Trieste con il 17,8%. Secondo le stime della UIL le quotazioni degli immobili nelle città capoluogo di Regione aumentano del 6,3%. In particolare a Torino il costo di un appartamento è passato da 141.633 euro a 177.917 euro con un aumento del 20,4%, a seguire Bari con un aumento del 17,6 %, Venezia del 17% (anche se i dati forniti riguardano solamente la zona centrale); Genova del 6,4%, Palermo del 4,1%, Roma del 3,5% , Napoli del 2,8%, Firenze dello 0,7%, Milano dello 0,6%. Unica città in controtendenza è Bologna con una diminuzione del 5,5%. Per la Uil, osserva il segretario confederale, Guglielmo Loy, affrontare il tema del rapporto tra il costo delle abitazioni e il reddito delle famiglie, è urgentissimo e per tentare di risolvere la questione, innanzitutto, va messo sul mercato un maggior numero di case a canoni agevolati ed economicamente compatibili. È necessario, inoltre, che la virtuosa collaborazione interistituzionale (Stato, Regioni, Comuni) sia rafforzata e finalizzata al raggiungimento di questo obiettivo.