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Inflazione all'8%, non si vedeva da decenni: come rovinerà la vita agli italiani

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A due anni dall’inizio della crisi innescata dal Covid - i cui danni sono ancora da recuperare - una nuova emergenza sta investendo la nostra economia. L’effetto della corsa dei prezzi di energia, gas e carburanti, esasperata dalla crisi ucraina, rischia infatti di portare già nel 2022 il tasso di inflazione all’8%: un livello che in Italia non si vedeva dagli anni ’80 e che potrebbe costarci quest’anno 26,1 miliardi di euro in minori consumi e una riduzione di 41,3 miliardi dell’aumento previsto del prodotto interno lordo. A lanciare l’allarme è Confesercenti, in un dossier che fa il punto sui due anni trascorsi dal primo lockdown, analizzando il faticoso percorso di recupero imboccato dopo il crollo causato nel 2020 dalla pandemia.

 

Un recupero purtroppo ancora incompleto: nonostante la ripresa post pandemica dello scorso anno, a fine 2021 il Pil era ancora 52 miliardi di euro inferiore ai livelli del 2019, i consumi a quota -71 miliardi, e anche le presenze turistiche ancora 174 milioni sotto il pre-covid. E il percorso di risalita, adesso, potrebbe essere bruscamente interrotto dal caro energia e dalle ulteriori tensioni generate dal conflitto russo-ucraino.

 

Il nuovo scenario aperto dall’invasione, infatti, costringe a rivedere al ribasso le previsioni per l’anno in corso: la crescita del Pil nel 2022 passerebbe dai +61,5 miliardi previsti (+3,7% sul 2021) a +20,2 miliardi (+1,2%), quella dei consumi dai +35,9 miliardi di euro inizialmente previsti ad appena +9,8 miliardi. Un rallentamento che rimanda a data da destinarsi il ritorno ai livelli pre-covid: il Pil, alla fine di quest’anno, resterebbe ancora 52 miliardi sotto i valori del 2019, mentre il gap dei consumi si assesterebbe a -31,5 miliardi di euro. Un ulteriore ostacolo per le imprese, che già vengono da un periodo di difficoltà: la pandemia è costata il posto a quasi 325mila lavoratori indipendenti in due anni.

 

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