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Economia in frenata e consumi al palo: ecco che cosa ci aspetta davvero

Antonio Castro
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Aria di buriana per l'economia. E già andrà bene se le previsioni di (de)crescita saranno contenute. La Banca d'Italia traccia un quadro ben poco confortante: anzi parla di una situazione che potrebbe anche peggiorare visto che ad oggi è «fortemente» dipendente dalle ipotesi sull'evoluzione del conflitto in Ucraina. Insomma, a bocce ferme la crescita del Pil in Italia sarebbe pari al 2,6% quest' anno, all'1,6 nel 2023 e all'1,8 nel 2024. «Dopo essere rimasto pressoché stagnante nel primo trimestre dell'anno», sottolineano gli esperti di Via Nazionale - il prodotto si espanderebbe a ritmi modesti nel trimestre in corso e nella restante parte del 2022, per poi rafforzarsi dall'anno prossimo, in concomitanza con l'attenuazione delle tensioni associate al conflitto in Ucraina e delle pressioni inflazionistiche. Un sostegno considerevole all'attività economica proviene dalla politica di bilancio e dagli interventi delineati nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr)».

 

 


L'impatto complessivo dei 239 miliardi di prestiti e fondi europei del Pnrr viene stimato in una crescita complessiva del Pil del 3,5% tra il 2022 e il 2024. Ma adesso bisognerà vedere se i timori diffusi per il conflitto che si trascina ai bastioni orientali d'Europa, avranno un ulteriore impatto negativo per l'andamento congiunturale complessivo. Il timore maggiore è che le famiglie possano ulteriormente mettere "fieno i cascina". Quindi ridurre i consumi, limitare gli investimenti, iniettare altri "timori" in un andamento economico già non florido. «I consumi delle famiglie rallenterebbero in misura significativa nell'anno in corso e nella prima metà del prossimo», ipotizzano da Bankitalia, «per espandersi a ritmi più sostenuti in seguito, grazie al recupero del potere d'acquisto e alla graduale riduzione dell'incertezza connessa con l'evoluzione del conflitto». Lo scenario di base per l'economia italiana, contenuto nelle Proiezioni macroeconomiche per il triennio 2022-24 della Banca d'Italia, che presuppone che le tensioni associate alla guerra si protraggano per tutto l'anno in corso ma senza un'intensificazione delle ostilità tale da portare a una sospensione delle forniture di materie prime energetiche dalla Russia.

 

L'istituto di Via Nazionale stima una crescita dei consumi delle famiglie al 2,5% per il 2022 (a fronte del +4,4% previsto a gennaio), allo 0,9% (dal +2,2%) per il 2023 e all'1,6% dall'1,5% per il 2024. Unica nota positiva è che gli investimenti in costruzioni continuerebbero a espandersi a ritmi elevati quest' anno grazie agli incentivi alla riqualificazione del patrimonio edilizio ma rallenterebbero progressivamente nel biennio 2023-24. E si spera in «un ritorno alla normalità dei flussi turistici internazionali», voce fondamentale per il nostro Paese

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