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Contanti, quali sono le 10 cose da non pagare mai in contanti

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L'utilizzo dei contanti, pur con qualche eccezione, è sempre meno diffuso in Italia. Il passaggio ai pagamenti elettronici è diventato quasi definitivo nel primo anno della pandemia, il 2020, quando i pagamenti a distanza si sono trasformati quasi in una necessità anche per la spesa quotidiana. Per comprendere l'entità del fenomeno, basti pensare che in quel periodo l'uso di carte di credito, bancomat, bonifici e smartphone è salito dal 29% al 33% del valore totale dei pagamenti. 

 

 

 

Per chi continua a utilizzare principalmente i contanti, però, è bene sapere che in qualche caso è necessario pagare con carta. E' proprio la legge, infatti, che in alcune situazioni vieta o comunque disincentiva l’uso dei contanti, prevedendo delle restrizioni in grado di pregiudicare la fruizione di benefici fiscali. Per esempio, quando ci sono scambi di denaro di valore pari o superiore a 2mila euro (dal primo gennaio 2023 il valore scende a mille euro), la normativa sull’antiriciclaggio vieta il ricorso al cash. In questo caso la sanzione per le parti coinvolte nello scambio va da 2mila a 50mila euro.

 

 

 

Per le spese mediche, invece, è più vantaggioso il pagamento elettronico perché solo in quel caso è prevista una detrazione del 19%. Sul pagamento di colf e badanti, poi, non c'è nessun obbligo, ma di solito - per avere una prova dello stipendio - è meglio avvalersi di strumenti elettronici. Anche per i lavori in casa non c'è alcun obbligo, ma se si sceglie di pagare con bonifico - che deve essere "parlante", cioè accompagnato da una specifica causale - si ottengono le detrazioni fiscali sulle ristrutturazioni. Grazie al bonus mobili, inoltre, pure l'acquisto di elettrodomestici e arredi per la casa tramite bonifico consente di fruire della detrazione fiscale. Infine, si raccomandano pagamenti elettronici anche in caso di prestiti e canoni di affitto. 

 

 

 

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