Cerca
Logo
Cerca
+

Bollette alle stelle? Ecco cosa stanno facendo gli italiani: qui salta tutto...

Francesco Specchia
  • a
  • a
  • a

Oddio, la disobbedienza civile è alle porte, e non ho niente da mettermi. L'inflazione galoppa, la crisi energetica azzanna alla gola, e il terrore di non arrivare a fine mese è diventato oramai quello di non arrivare oltre metà mese.

Sicché ora ci mancava solo -mutuato dall'omonimo gruppo inglese- la fortissima ascesa del Movimento Don't PayNon paghiamo, che promuove il rifiuto esistenziale del pagamento delle bollette «qualora il sostegno da parte dello stato non fosse adeguato». La forza d'urto del movimento -che promana dal sud Italia, ma percorre verso l'alto gli strati sociali di tutta la penisola- cresce di pari passo con le cattive notizie dal fronte economico.

 

PROBLEMI DI LIQUIDITÀ
Secondo un fresco sondaggio Swg, infatti, la maggioranza degli italiani riporta difficoltà nei pagamenti ordinari e un terzo dei cittadini prevede per i prossimi mesi una situazione anche peggiore, specie per ciò che attiene al pagamento delle bollette (un refrain dei mesi futuri) e le spese per trasporti e alimenti; mentre tra chi deve pagare affitto o mutuo, circa la metà dichiara di avere problemi a farlo. «In questo quadro oltre un terzo dei cittadini giustificherebbe un ritardo nel pagamento di tasse e bollette in caso di necessità, ma sfonda il 20% la platea di coloro che riterrebbero all'occorrenza legittimo non pagarle» spiega lo studio Swg «parlando esplicitamente del movimento Don't Pay, oltre 1 italiano su 3 plaudirebbe alla sua diffusione in Italia e oltre un quarto potrebbe potenzialmente aderire, con punte di oltre il 40% tra No Vax e redditi medio bassi».

Il Movimento Don't Pay è tutt' altro che una boutade. Si accende qualche mese fa in Gran Bretagna, appunto, quando le famiglie si ritrovano costrette a pagare oltre quattromila euro all'anno per riscaldare e illuminare le abitazioni: una media pari al 10% del reddito annuale di un cittadino inglese. E il perdurare del conflitto russo-ucraino acuisce la pressione sui portafogli. Sicché, via via, la campagna Don't Pay «punta a raggiungere un milione di adesioni e arrivare così a gettare sulle compagnie energetiche un buco di incassi mensile di oltre 300 milioni di euro: questo le costringerebbe a scendere a patti e mettere fine alla politica di rincari ai danni dei cittadini». E, sulla scia dei governi di buona volontà -specie quello di Draghi- tenta di spingere l'Europa «a stabilire un tetto massimo del prezzo dell'energia e del gas, ai livelli dell'aprile 2021. E a sospendere ogni sussidio alle industrie di combustibili fossili, che invece sono raddoppiati a livello mondiale nel 2021». Cioè, il fermo dei pagamenti a fronte del fermo della speculazione. Funziona, finora, solo sulla carta.

Eppure la ricerca Swg pone interrogativi molto chiari. Al quesito su come siano «le previsioni sul caro bollette e sulla crisi energetica» la risposta è che un terzo degli italiani teme scenari peggiori delle previsioni (il 41%, metà sono No-Vax metà ceto medio-basso, anche sei giovani 18/24 propendono per un eccessivo allarmismo...). Alla domanda -fondamentale- su quanto sia lecito, in caso di disagio economico, ritardare o, peggio, rifiutare i pagamenti le risposte sono spiazzanti. Il 38% vuole ritardare il pagamento delle tasse, e il 22% vuole rifiutarlo; nel caso delle bollette, il 36% è per il ritardo e il 23% per il rifiuto; per i mutui il 32% ritardo e 16% rifiuto; e se si parla di affitto delle case le percentuali sono rispettivamente del 23% e del 15%.

 

TENSIONE SOCIALE
Siamo in piena istigazione alla violazione di legge. Per non parlare della disobbedienza civile in Italia sempre prospettata nei periodi di tensione sociale (ma mai realmente realizzata). Però, sfogliando il solito sondaggio Swg, è per la fotografia finale del Movimento Don't Pay che si diffonde una legittima preoccupazione. Il 38% degli intervistati vorrebbe che il Don't Pay prendesse una piega feroce anche in Italia (e, di costoro, il 58% è No Vax; il 52% è ceto medio-basso e il 46% 25-34enni); e il 26%, poi, parteciperebbe «in prima persona al movimento Don't Pay o a un altro movimento con gli stessi obiettivi» (43% No Vax, 42% ceto medio-basso, 38% 35-44enni). Secondo sociologi e analisti ci troveremmo, insomma, davanti a una bomba sociale. Il cui disinnesco spetterà, inevitabilmente a chi vincerà le elezioni...

Dai blog