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Lagarde, promessa di lacrime e sangue. Bankitalia: sarà recessione

Attilio Barbieri
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Altro che atterraggio morbido dell'economia. Siamo avviati verso una recessione profonda, effetto collaterale degli interventi della Banca centrale europea per fermare l'inflazione. La tempesta perfetta: prezzi in crescita continua- in alcuni comparti addirittura tumultuosa - tassi in aumento, finanziamenti e prestiti con il contagocce. A far scattare ogni allarme possibile è stata ieri la presidente delle Bce Christine Lagarde nel suo intervento al meeting annuale del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale. «Stiamo entrando in una nuova fase di pericolo», ha spiegato, e sono già percepibili «i primi segnali di un aumento del rischio di credito». Rischi dovuti a quella che la direttrice del Fondo monetario, Kristalina Georgieva, ha definito l'entrata «in una zona pericolosa». Dove il mondo è «più frammentato, più fragile e più soggetto a shock».
 

 

 

REVISIONE AL RIBASSO
Proprio l'Fmi ha rivisto per la quarta volta al ribasso le previsioni per la crescita globale nell'ultimo anno, ora al 2,7% per il 2023. E la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare in base agli sviluppi della guerra in Ucraina, che potrebbe portare il Pil mondiale sotto il 2%. Scenari che colpiscono tutte le economie del pianeta, e a cui ovviamente non è immune l'Italia. Per il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, per noi sarà difficile nel 2023 andare oltre una crescita nulla, anche visto il debito che «impedisce una politica di bilancio di ampio spettro».
In un contesto, sottolinea sempre il numero uno di Palazzo Koch, in cui «non si può escludere una recessione globale», a causa dell'incertezza sul futuro. L'inflazione del resto è ancora molto alta. E rischia di accelerare ulteriormente, come ha segnalato proprio ieri Confcommercio, con i prezzi a ottobre stimati già in crescita del 9,8%.

 

 


La Banca centrale europea è pronta a intervenire ulteriormente, con un nuovo rialzo del costo del denaro, dopo quello deciso a settembre. Consapevole, ha chiarito la Lagarde che «la lotta all'inflazione avrà un costo doloroso», sulle capacità di crescita dell'economia. Ma la strada in questa direzione, come ha ricordato anche la Georgieva è molto stretta: «Sbagliando ora», ha aggiunto «potremmo avere problemi ancora maggiori più avanti, innescando anche rischi per i debiti sovrani, con potenziali effetti-contagio».
 

 

VINCOLI DI BILANCIO
A rimarcare che per l'Italia lo spazio si stringe ulteriormente ci ha pensato la numero uno della Bce, sottolineando che «le politiche di bilancio non devono lavorare contro quella monetaria». Insomma: occhio al debito. Anche perché a causa dello shock energetico innescato dalla guerra del gas, «prevediamo che l'inflazione diminuisca nei prossimi anni, ma rimanga al di sopra dell'obiettivo (il 2%, ndr) nel 2023 e nel 2024». Di fatto in buona parte della Ue il carovita è salito al 10% già a settembre e «l'inflazione dei prezzi dell'energia rimane estremamente elevata», aggiunge la Lagarde «ed e la componente dominante dell'inflazione complessiva». La sfida per noi è doppia, come ha sottolineato Alfred Kammer, direttore del Dipartimento europeo del Fondo monetario internazionale. «In una situazione di minor crescita e aumento dei tassi d'interesse, l'Italia dovrà essere molto concentrata sulla riduzione del rapporto debito-Pil, in linea con quanto fatto» dal governo Draghi, «e gli sviluppi più recenti richiederanno uno sforzo di bilancio più ambizioso». 

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