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Mediolanum, congiunture negative e scomparsa del fondatore non fermano la banca: altro anno da record

Michele Zaccardi
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Nell’anno della crisi energetica, segnato dal ritorno dell’inflazione e dalla guerra in Ucraina, Banca Mediolanum registra una performance estremamente brillante, con il mese di novembre a sorprendere in positivo. Il 2022, poi, è stato anche il primo anno senza il fondatore, Ennio Doris, scomparso il 24 novembre del 2021. Un altro elemento di difficoltà, insomma. Eppure, sebbene la congiuntura non abbia certo facilitato le cose, l’anno si chiuderà con dati molto vicini a quelli, da record, registrati nel 2021. In totale, i volumi commerciali del gruppo si sono attestati nei primi undici mesi del 2022 a 10,8 miliardi di euro. Dei 7 miliardi di euro della raccolta netta, 5,24 miliardi sono derivati dal risparmio gestito, con la fetta più importante rappresentata da fondi e gestioni (4,4 miliardi). Il risparmio amministrato invece ha registrato flussi in entrata netti per 1,8 miliardi di euro. Sono stati poi erogati 3,58 miliardi di euro di prestiti, superando il record dell’anno scorso, mentre dalle polizie di protezione sono stati raccolti premi per 165 milioni di euro, in linea con il 2021. Insomma, Mediolanum appare in salute. «I risultati del 2022 sono splendidi» ha commentato il direttore generale, Gianluca Bosisio, mentre l’amministratore delegato, Massimo Doris, si è concentrato sulla performance di novembre. 

«Sono estremamente orgoglioso del risultato record di circa 700 milioni di raccolta a novembre» ha sottolineato, «un mese da ricordare anche per l’acquisizione di ben 15.500 nuovi clienti». «Il superamento dei 7 miliardi da inizio anno» ha aggiunto l’ad «consente di apprezzare la forza del modello di business di Banca Mediolanum e il grande lavoro svolto nel corso del 2022 dai Family Banker». Tornando a novembre, va ricordata l’accelerazione della raccolta in risparmio gestito, che ha portato a flussi in entrata pari a 652 milioni di euro (695 milioni totali). Sono stati poi erogati finanziamenti per 383 milioni di euro e sono stati raccolti premi per le polizze di protezione per 16 milioni. Il risultato complessivo del mese è stato pari a 1,1 miliardi di euro. Non solo. Secondo uno studio dell’azienda di ricerche di mercato Doxa, la solidità di Mediolanum, unita a un modello di consulenza patrimoniale costruito attorno alle esigenze familiari, la rendono la banca più consigliata dai clienti. Una comunità che, tra Italia e Spagna, Paese nel quale il gruppo opera, ha raggiunto a fine novembre quota 1.679.500, di cui 155.100 clienti acquisiti nei primi 11 mesi del 2022. Per Bosisio sono diversi i fattori che hanno contribuito al successo di quest’anno. «I valori della Banca e la comunione di intenti tra Family Banker e professionisti di sede hanno permesso di gestire brillantemente il momento, con la piena fiducia dei nostri clienti» ha spiegato il dg di Mediolanum. 

 

«Se penso nello specifico a due aree delicate per una famiglia, quali il credito e la protezione, non posso che essere fiero dei risultati raggiunti». Risultati che trovano conferma anche nelle classifiche relative alle banche di investimento, categoria nella quale rientra l’istituto con sede a Basiglio, nell’hinterland di Milano. «Guardando ai dati Assoreti, Banca Mediolanum rappresenta da sola il 98% dei premi assicurativi e l’80% dei prestiti personali» ha sottolineato Bosisio. «Due canali che completano a 360° l’offerta costruibile intorno al cliente e che arricchiscono gli strumenti a disposizione di un consulente finanziario, che può così ambire a un 30% di ricavi in più». D’altra parte il 2022 era cominciato sotto i migliori auspici per Mediolanum. Da gennaio, infatti, l’istituto è soggetto alla vigilanza della Banca centrale europea, in quanto ritenuta “banca significativa” per le sue dimensioni. Un salto di categoria, insomma, che la vede in una posizione solida rispetto ai nuovi, e più stringenti, requisiti patrimoniali richiesti da Francoforte. Nello specifico, il Cet1 Ratio, che misura il patrimonio della banca rispetto alle attività ponderate per il rischio, risulta pari all’8,84%. Il Tier 1 Ratio, ovvero la percentuale di capitale di migliore qualità (azioni e riserve) rispetto alle esposizioni, si attesta al 10,63%. Infine, il Total capital ratio, e cioè il rapporto tra il patrimonio di vigilanza complessivo e le attività ponderate per il rischio, è pari al 13%.

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