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Cgil, cortocircuito-Landini: si oppone agli aumenti di stipendio

di Attilio Barbieri giovedì 9 marzo 2023

3' di lettura

Firmato ieri un contratto storico per l’industria automobilistica in Italia. Dopo quattro mesi di trattative è arrivata la firma per il nuovo contratto collettivo di lavoro per i dipendenti di Stellantis nel Belpaese. A siglare il documento - primo dell’era Stellantis e primo del dopo-Marchionne- sono stati tutti i sindacati tranne uno, la Fiom Cgil. Hanno detto «sì», Fim-Cisl, Uilm, Fismic-Confsal, Ugl Metalmeccanici e Associazione Quadri, definendolo «un accordo storico che farà da apripista per i prossimi contratti». Di parere opposto la Cgil, unica sigla sindacale rimasta esclusa dal tavolo: «La nostra esclusione è una ferita aperta. Si è scelto di perseguire la strada della divisione e non si sono colte le richieste di cambiamento da parte dei lavoratori».


Naturalmente le «richieste» erano quelle della Cgil medesima e componevano una piattaforma diversa da quella sulla quale stavano trattando gli altri sindacati. Già alla metà di gennaio, quando la rottura del fronte sindacale era evidente, il numero uno della Fiom Michele De Palma, stigmatizzava la marginalizzazione: «Non cado nella trappola di dividere i sindacati e i lavoratori perché la piattaforma l’ho presentata all’azienda, è l’azienda che si assume la responsabilità di tenere tavoli separati. Ci convochi tutti insieme». Così non è stato, visto che Fiom Cgil voleva trattare su una piattaforma alternativa rispetto a quella in discussione fra Stellantis, Cisl, Uil, Ugl e quadri.

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207 EURO IN PIÙ AL MESE
Il contratto, valido per gli stabilimenti ex Fiat ma anche per Iveco, Cnh Industrial e Ferrari, comporterà a regime aumenti retributivi pari all’11%. L’incremento medio mensile sarà di 207 euro, da raggiungere però nell’arco di due anni. All’aumento dei minimi in busta paga si accompagnerà un bonus una tantum di 400 euro più altri 200 euro di benefit flessibile.


IL NETTO
La prima tranche di aumento, pari a 119 euro, scatterà già a marzo e si aggiunge all’incremento del 2% applicato lo scorso anno. A partire da gennaio 2024 si applicherà l’aumento restante del 4,5%, con ulteriori 87,8 euro in busta. Il bonus da 400 euro sarà erogato sempre in due tranche di pari valore, una nel mese di aprile e la seconda a luglio, mentre nel mese a partire da maggio i 70mila dipendenti delle quattro società coinvolte dal rinnovo avranno a disposizione 200 euro netti di benefit spendibili nella piattaforma welfare Cnh, Iveco e Stellantis.


Per i dipendenti Ferrari ci saranno invece 200 euro in buoni carburanti. Per il segretario della Fim Cisl Roberto Benaglia «è un contratto che spicca su tutti e che permette di dare ai lavoratori dei giusti risultati salariali. Un risultato che spicca a livello europeo». «Con questo contratto a differenza di altri, recuperiamo l’inflazione, anche quella generata dagli energetici importati e lo facciamo in 12 mesi» chiosa il responsabile auto della Fim Ferdinando Uliano, «recuperiamo l’inflazione, anche quella generata dagli energetici importati e lo facciamo in 12 mesi».

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RISULTATO STORICO
Simile il giudizio di Rocco Palombella, segretario della Uilm, secondo il quale è stata «garantita tempestivamente tutela salariale ai lavoratori». L’assenza della Cgil, tuttavia, non si è limitata al tavolo delle firma, maturata ieri. Per scelta di Landini le tute blu della Cgil, avevano disertato perfino il tavolo di confronto convocato dal ministro delle Imprese Adolfo Urso a gennaio sulla crisi in Basilicata. Anziché sedersi al tavolo assieme ai rappresentanti degli altri sindacati, i delegati Fiom avevano convocato un’assemblea pubblica di fronte al ministero. Ma l’intesa raggiunta ieri prevede pure l’ampliamento dei permessi studio, il miglioramento del meccanismo per chiedere i permessi individuali, il rafforzamento delle protezioni legali per le donne vittime di violenza, il miglioramento del sistema delle commissioni di fabbrica. Confermata l’intesa sul lavoro agile. Scatta fra l’altro una disciplina più equilibrata sui recuperi produttivi, l’analisi degli infortuni e la sperimentazione dei break formativi, l’introduzione di un preavviso minimo per il rientro dalla cassa integrazione di 12 o di 24 ore. 

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