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Banche, "imminenti altri crac": la profezia del guru, effetto-domino e caos?

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Nel giorno del crollo di Credit Suisse, che in Borsa perde il 28% e mai come ora sembra a un passo dal crac, arriva l'attesissima lettera di Larry Fink agli investitori. Appuntamento atteso come un "oracolo", visto che cade a pochi giorni dal default della Silicon Valley Bank che ha gettato nel panico la finanza americana e mondiale, facendo temere l'effetto contagio come fu per il fallimento della Lehman Brothers che ha fine anni Duemila di fatto scatenò uno tsunami mondiale.

 

 

 

Fink è il cofondatore e presidente del colosso finanziario BlackRock, e in circa 20 pagine, anticipate da il sito del Sole 24 Ore, analizza l'andamento di inflazione, rialzo dei tassi e la situazione del settore bancario, tornato prepotentemente sotto stress. Un contesto che insieme alle crescenti tensioni geopolitiche ha portato la sicurezza nazionale ed economica al centro dell’attenzione e avranno implicazioni significative sul modo in cui gli asset owner scelgono di allocare il capitale e progettare portafogli durevoli. 

 

 

 

I leader del settore pubblico, spiega il guru, stanno "scambiando" l’efficienza e la riduzione dei costi con la resilienza della catena di approvvigionamento e la sicurezza nazionale. Questo compromesso tra prezzi e sicurezza è uno dei motivi per cui, "credo chel’inflazione persisterà e che, per i banchieri centrali, sarà più difficile domarla. Di conseguenza, ritengo più probabile che l’inflazione si avvicinerà al 3,5% o al 4% nei prossimi anni".

 

 

 

Nello specifico, sul caso Svb "paghiamo il prezzo del denaro facile". La fine della banca delle start-up tecnologiche, conclude, rappresenta un classico mismatch tra attività e passività. "Non sappiamo ancora se le conseguenze del denaro facile e delle modifiche delle regole avranno un effetto a cascata sul settore delle banche regionali americano con ulteriori chiusure". 

 

 

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