Papatrac saudita

Credit Suisse, "si dimette per motivi personali": banche, altro terremoto

Si è dimesso Ammar Abdul Wahed Al Khudairy, il presidente di Saudi National Bank, che ha fatto saltare in aria Credit Suisse e portato a uno tsunami finanziario nel settore bancario anche in Europa. Circa due settimane fa, Al Khudairy, che con Saudi National Bank possedeva il 9,9% del Credit Suisse, aveva dichiarato che non avrebbe accetto un ulteriore aumento di capitale per l'istituto svizzero.

 

 

 

Un gigantesco autogol che ha portato all'effetto panico nelle Borse: il titolo dell'istituto ha perso il 20% del suo valore diventando di fatto carta straccia, dopo anni di crisi. La concorrente Ubi ha quindi provveduto a tamponare l'emergenza acquisendo Credit Suisse per circa 3 miliardi di dollari in quello che, di fatto, è stato un salvataggio di Stato che rischia però, in caso di ulteriori choc del sistema, di mettere in gravissima difficoltà la Svizzera. In una nota di Saudi National Bank, si apprende ora che il presidente si è dimesso per "motivi personali". Inevitabile, visto il disastro. La banca commerciale saudita era diventata di recente il primo azionista del Credit Suisse. Investimento fallimentare, visto l'andamento delle quotazioni: le azioni, pur non venendo azzerate come i bond At1, hanno subito un tracollo sancito dai termini dell'accordo per l'acquisizione da parte di Ubs.

 

 

 

Parlando in un'intervista con Bloomberg Tv, Al Khudairy aveva risposto "assolutamente no" quando gli era stato chiesto se la Saudi National Bank sarebbe stata aperta a ulteriori investimenti nel Credit Suisse se ci fosse stata un'altra richiesta di liquidita'. Le sue parole hanno innescato il panico nel comparto bancario per i segnali di contagio a seguito del rapido crollo dell'americana Silicon Valley Bank. L'ad della Banca nazionale saudita Saeed Mohammed Al Ghamdi succede a Al Khudairy come presidente. L'istituto di Riad ha nominato Talal Ahmed Al Khereiji, suo vice ad, come amministratore delegato ad interim. 

 

 

 

 

Prosegue intanto l'altalena dei titoli bancari sui listini azionari europei. Le quotazioni del settore, che venerdì avevano trascinato al ribasso gli indici, sono ora volatili confermando le tensioni legate alle condizioni di salute del comparto. Tra i principali titoli continentali, Deutsche Bank mette a segno un rimbalzo del 2,3% a Francoforte (ma ha toccato anche +6,7%) dopo aver perso l'8,6% venerdì: molti osservatori vedono nella banca tedesca il nuovo anello debole del sistema bancario europeo dopo il salvataggio del Credit Suisse (+2,45% a Zurigo).

 

 

 

A Piazza Affari, dopo un avvio in rialzo, è tornata a perdere quota Mps (-0,9%). Sale dello 0,71% invece UniCredit: secondo indiscrezioni la banca è intenzionata a rimborsare il bond At1 in scadenza alla prima finestra utile, vale a dire a giugno, alleviando le preoccupazioni su questa categoria di titoli, azzerati nell'operazione Credit Suisse. In rialzo dello 0,71% Intesa Sanpaolo, +0,21% per Banco Bpm e +0,41% per Bper.