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Inps, "cassa integrazione per il troppo caldo"

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Cassa integrazione... per troppo caldo. Clamoroso, ma vero. Questo è quanto sostiene l'Inps, secondo cui "le temperature eccezionalmente elevate, e superiori a 35°, che impediscono lo svolgimento di fasi di lavoro in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l'utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore" possono determinare l'integrazione salariale. Questo è quanto prevede dal 2017 il decalogo dell'Inail sul lavoro in caso di alte temperature.

Nel messaggio diffuso dall'istituo previdenziale "si chiarisce che possono rilevare anche le cosiddette temperature percepite, ricavabili anch'esse dai bollettini meteo, quando le stesse siano superiori alla temperatura reale. Al ricorrere delle fattispecie sopra evidenziate, pertanto, possono costituire evento che dà titolo al trattamento di integrazione salariale temperature percepite superiori a 35°, seppur la temperatura reale sia inferiore al predetto valore".

Dunque, in questo contesto, l'appello della Cgil per i lavoratori edili: "Le alte temperature stanno mettendo a dura prova i trentamila lavoratori del comparto edile e, anche se non da parte di tutte le imprese, stiamo registrando una non adeguata responsabilità sui rischi per la salute e la sicurezza che si corrono quotidianamente nei cantieri edili in tutta la Sardegna", ha affermato Erika Collu, segretaria regionale di Fillea Cgil.

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