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Imballaggi, il governo fermi la follia della Ue: così si penalizza il riciclo

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Attilio Barbieri
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Associazioni di categoria e sindacati chiedono l’intervento di governo e Parlamento per bloccare il Regolamento Ue sugli imballaggi che privilegia il riuso a scapito del riciclo. La norma, in fase di approvazione al Trilogo europeo, penalizza severamente l’Italia che è campione del riciclo. Primo firmatario dell’appello è il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. «La proposta di Regolamento sugli imballaggi se approvata nella attuale formulazione provocherebbe effetti pesantemente negativi sulle filiere produttive nazionali e sui consumatori» si legge nella missiva, «oltre che opposti agli obiettivi di sostenibilità che dichiara di voler perseguire. Mette in discussione il riciclo dove l’Italia è leader e non tiene conto di soluzioni più sostenibili come le bioplastiche totalmente biodegradabili».

C’è un motivo che ha indotto i rappresentanti del mondo produttivo a rivolgersi al governo chiedendo un intervento urgente. «L’attuale presidenza spagnola della Ue sta accelerando ulteriormente il negoziato cercando di far approvare un orientamento generale già al Consiglio ambiente del 18 dicembre e si rende quindi necessaria un’azione per fermare tale proposta che - scrivono le associazioni firmatarie- stravolge completamente la strategia finora utilizzata per la riduzione dei rifiuti di imballaggio passando dal principio del riciclo- che ha caratterizzato tale strategia negli ultimi anni a quella del riuso. Il nostro Paese ha già raggiunto in termini di riciclo obiettivi superiori alla stragrande maggioranza degli altri Paesi: il tasso di riciclo complessivo degli imballaggi in Italia ha raggiunto quota 73,3% nel 2021, superando l’obiettivo del 70% fissato per il 2030».

Un dato che ci colloca al secondo posto in Europa per riciclo pro-capite. «Rimettere in discussione questo modello ormai consolidato rischia di vanificare gli sforzi e gli obiettivi raggiunti finora, generando un impatto estremamente pervasivo che rischia di colpire oltre il 30% del nostro Prodotto interno lordo», prosegue l’appello. «Il danno non sarebbe infatti limitato alle sole aziende degli imballaggi ma riguarderebbe a ritroso filiere fondamentali per il nostro Paese quali l’intero settore agroalimentare, dalla produzione, alla trasformazione e distribuzione, mettendo a rischio decine di migliaia di imprese e centinaia di migliaia di posti di lavoro. Non è pensabile, tra l’altro, che le abitudini consolidate di milioni di consumatori possano essere stravolte con un semplice tratto di penna».

Il documento è stato sottoscritto anche da Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia e dai presidenti di Cia-Agricoltori italiani (Cristiano Fini), Confapi (Cristian Camisa), Ancc-Coop (Marco Pedroni), Legacoop (Simone Gamberi ni), Legacoop Agroalimentare (Cristian Maretti), Lega coop Produzione & Servizi (Gianmaria Balducci) e dal segretario generale di Ancd Co nad Alessandro Beretta. Oltre ai segretari dei due sindacai Fai Cisl (Onofrio Rota) e Uila (Stefano Mantegazza).

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