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Germania, buco da 60 miliardi: perché Berlino può crollare

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La gestione dei conti pubblici della Germania sotto la lente di ingrandimento dei giudici. La Corte costituzionale federale (Bverfg) ha dichiarato contrario alla Costituzione il trasferimento nel Fondo per il clima e la trasformazione (Ktf) di 60 miliardi di euro stanziati dall’esecutivo di Olaf Scholz contro la crisi del Covid-19 e non utilizzati. Il passaggio è solo uno dei tanti travasi che caratterizza una gestione fin troppo disinvolta dei conti pubblici da parte del governo formato da Partito socialdemocratico tedesco (Spd), Verdi e Partito liberaldemocratico (Fdp).

A detta delle toghe il governo di Berlino starebbe di fatto truccando i bilanci. Soprattutto non conteggiando nel debito i fondi speciali per le forze armate e per la crisi dell’energia, con una dotazione rispettivamente di 100 e 200 miliardi di euro. Fuori dal bilancio ordinario anche il Ktf da 177,5 miliardi di euro e destinato - almeno a parole - ad accelerare la transizione della Germania verso un'economia meno inquinante.

Inutile dire che la sentenza, come riportato dal Giornale, ha creato non poco imbarazzo. D'altronde per le toghe di Karlsruhe il trasferimento dei 60 miliardi di euro nel Ktf contrasta con il "freno all’indebitamento", vincolo di bilancio previsto dalla Costituzione. Sospeso nel 2020 per finanziare la risposta alla crisi del Covid-19, si tratta di uno strumento emblema del rigore teutonico. Strumento ripristinato nel 2023 per volontà del ministro delle Finanze Christian Lindner, presidente della Fdp. In ogni caso il cancelliere fa sapere di attenersi alla sentenza. Il governo tedesco "osserverà attentamente" quanto deciso dalla Corte costituzionale federale. Parola di Scholz. 

 

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