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Germania in recessione e boom del narcotraffico: cosa sta succedendo

Daniele Dell'Orco
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La Germania sta affrontando il più lungo periodo di declino economico dall'inizio del millennio. La Bundesbank ha certificato la chiusura del 2023 in recessione tecnica per l'economia tedesca, vista la probabile «lieve diminuzione» del Pil nel quarto trimestre dopo la contrazione dello 0,1% tra luglio e settembre scorso. Per la Bundesbank il Pil dovrebbe tornare a crescere «leggermente» all’inizio del prossimo anno, ma intanto i settori dell’industria e dell’edilizia continuano a soffrire della debolezza della domanda: la prima è depressa dall’aumento dei prezzi dell’energia, la seconda dall’incremento dei costi dei finanziamenti (il settore delle costruzioni è vicino a un minimo storico e quasi la metà delle imprese edili prevede un peggioramento degli affari nei prossimi mesi). Le previsioni della Bundesbank parlano di un Pil in crescita di appena lo 0,4% nel 2024, e dell'1.2% nel 2025. In questo clima da tempesta perfetta si aggiungono le debolezze diplomatiche mostrate in politica estera e le difficoltà nel sostegno militare e finanziario all'Ucraina, visto che gli arsenali tedeschi sono vuoti e la produzione industriale anche nel settore militare è lentissima. Nell'anno venturo, il Cancelliere Olaf Scholz, a casa col Covid, dovrà trovare il modo di ripiananare un buco da 17 miliardi di euro nelle finanze pubbliche, dopo che la Corte costituzionale ha bocciato il bilancio presentato dal governo per aver violato le leggi che vietano l'assunzione di nuovo debito.

MODELLO IN CRISI
Se l’impatto del conflitto ucraino, comprese le sanzioni alla Russia, si è rivelato decisivo per un calo del genere, non bisogna dimenticare che il Modell Deutschland, ovvero l’accresciuto rilievo dell’export e un mercato del lavoro moderno e riformato che ha trainato l’economia europea per due decenni, era stato già messo a durissima prova dalla pandemia: a partire dal 2020 la Germania non ha più mostrato di avere la spinta economica che aveva segnato il precedente decennio e difatti è tornata ai livelli pre-pandemia soltanto a inizio 2022. Dopo meno di un anno, però, l’economia si è inceppata di nuovo e ora galleggia a fatica. Nonostante le difficoltà economiche, tuttavia, la Germania continua a sostenere la linea “dura” della Banca Centrale Europa, che ha da tempo avviato una politica di rigore monetario e aumento dei tassi di interesse, con l'obiettivo dichiarato di voler combattere l'inflazione.

 

 

Agli elettori tedeschi, però, l'andazzo non piace per niente. Sono in calo sia la Spd di Scholz che i Verdi più forti d'Europa, i quali negli ultimi due anni sono ideologicamente implosi, con la crisi energetica che ha determinato una serie di deroghe anche da parte loro a favore dei combustibili fossili e del nucleare per rimediare in fretta e furia all'utopia della sostituzione del gas russo col green; soprattutto, i vertici verdi si sono schierati contro l’imponente movimento ecologista, Greta Thunberg compresa, che si batteva per impedire l’allargamento della già immensa miniera di lignite di Lützerath. In questo scenario, continua l'avanzata non più solo sondaggistica della destra di Alternative für Deutschland, al 20% a livello nazionale e vicina al principale partito di centro-destra, l'Unione Cristiano-Democratica, che ora si trova all’opposizione. Dopo i buoni risultati ottenuti a ottobre in Baviera e Assia, lander storicamente liberali e moderati, nel weekend scorso Tim Lochner, un candidato sindaco indipendente sostenuto da AfD, ha vinto il secondo turno alle elezioni di Pirna con il 38,54% dei voti. Questa vittoria è la prima in una città di medie dimensioni (Pirna è in Sassonia e conta 40mila abitanti), per il partito di ultradestra che proprio nella ex DDR ormai spopola.

 

RESTA LA COCA
L'unica cosa in cui la Germania cresce attualmente è nel traffico di droga. Secondo i dati delle autorità tedesche, sono oltre 35 le tonnellate di cocaina sequestrate finora nel 2023 nel Paese, perla maggior parte nel suo principale scalo portuale, Amburgo, diventato più attraente perché a Rotterdam e ad Anversa vengono attuate misure di sicurezza più forti. Anche in questo caso, la crisi economica tedesca recita un ruolo centrale: rispetto a prima, nella Germania settentrionale il personale portuale viene avvicinato più facilmente dalla criminalità organizzata che sfrutta le difficoltà finanziarie dei dipendenti per corromperli e far entrare coca sudamericana. Da esportare poi, quella sì, in tutto il resto d'Europa. 

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